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Attualità | 23 aprile 2020, 11:08

IL CASO. L'auto si può lavare senza incorrere in sanzioni? La prefettura di Asti dà ragione alle associazioni dei lavaggisti

Un utente multato di 370 euro a Torino, la battaglia nazionale portata avanti da Luca Piovanotto, presidente dell'Associazione Lavaggisti Italiani, e il parere favorevole dalla Prefettura di Asti che dovrebbe "fare scuola". «La nostra attività è fondamentale nel processo di pulizia e riduzione delle occasioni di diffusione di virus e batteri in genere»

IL CASO. L'auto si può lavare senza incorrere in sanzioni? La prefettura di Asti dà ragione alle associazioni dei lavaggisti

Avete l'auto sporca e desiderate lavarla? Il vostro autolavaggio preferito è aperto e quindi non vedete il problema? Fino a qualche giorno fa si poteva incorrere (ed è successo) in multe salate. Da oggi, il problema dovrebbe essere risolto.

Qualche giorno fa un caso scoppiato a Torino ha fatto molto discutere. Un utente infatti è stato multato di 370 euro, scatenando le ire della categoria che ha spiegato: «Fin dal decreto del 13 marzo e poi con quello del 22 marzo scorso noi rientriamo a pieno titolo tra le attività che possono restare aperte».

Mariano Acquafresca segretario provinciale torinese di Assolavaggisti della Confesercenti ha deciso di presentare un ricorso, qualcuno ha preferito chiudere, altri hanno scritto al presidente del Consiglio Conte e ai ministri competenti.

Tra questi l'astigiano Luca Piovanotto presidente nazionale di ALI (Associazione Lavaggisti Italiani Confcommercio) che con Giuseppe Sperduto (Assolavaggisti Confesercenti), Gianluca Meschia (Federlavaggi), ha voluto richiamare l'attenzione sulla categoria, sottolineando anche quanto sia importante in questa emergenza, sanificare anche le auto, non solo quelle di forze dell'ordine, ambulanze o chi con l'auto ci lavora.

«Al netto di alcune attività altamente specializzate - scrivono - in grado di offrire veri e propri presidi igienizzanti, le attività di lavaggio, correttamente autorizzate e rispettose dell’ambiente, sia nell’uso dei detergenti che dello smaltimento dei rifiuti, nel rispetto di quanto previsto nei protocolli sanitari, rappresentano un'attività senz’altro da sostenere e valorizzare nel processo di pulizia e riduzione delle occasioni di diffusione di virus e batteri in genere».

«Un servizio quindi a torto censurato in queste settimane dalle varie autorità locali preposte al controllo sul territorio, con l’elevazione di verbali nei confronti dei titolari e degli automobilisti, può dare un contributo straordinariamente utile e necessario».

Il settore quindi ha chiesto l’impegno degli operatori ad esporre in modo visibile presso gli esercizi, le norme per un comportamento corretto di sicurezza, assicurando il rispetto delle stesse norme contenute nel DPCM e si sollecita anche adeguata comunicazione alle autorità locali preposte ai controlli, con particolare riferimento agli Uffici Territoriali di Governo, affinché siano corrette le interpretazioni.

LA PREFETTURA DI ASTI CONCEDE L'AUTORIZZAZIONE

«Già si lavora un decimo rispetto a prima - prosegue Piovanotto - ma se viene qualcuno e ancora gli si fa una multa, tanto vale chiudere».

E allora si è rivolto al prefetto di Asti ottenendo una risposta che dovrebbe cancellare i dubbi. Una nota firmata infatti dal vice prefetto Raffaele Sirico dà ragione alla categoria.

«Si è disposta - scrive la prefettura - la sospensione di tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 3, tra cui vengono ricomprese anche le attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli, codice ATECO 45.2. Nell’ambito di tale categoria viene ricompresa, come sottocategoria, anche l’attività di lavaggio auto. Dunque, tale attività è certamente consentita. Occorre, pertanto, fornire una lettura coerente, apparentemente in contraddizione. Secondo l’interpretazione più corretta, le attività raggruppate con il codice ATECO45.2 sono consentite in quanto  necessarie ad assicurare un servizio di assistenza a chi deve spostarsi per lavoro o altre necessità, per cui chi si sposta per esigenze lavorative autocertificate, quindi tassisti, operatori sanitari, lavoratori in genere deve poter lavare l’auto.

L’esigenza di pulizia dell’autoveicolo, tuttavia, può derivare, in astratto, anche da un uso del veicolo non correlato con le attività di lavoro, come nel caso di spostamenti per motivi di salute, per approvvigionarsi  di generi alimentari o di altri beni di prima necessità. In tali casi non può essere negata la possibilità di igienizzare il proprio veicolo, tanto più in considerazione del fatto che la pulizia del veicolo, specie delle parti interne, nel rispetto dei protocolli di sicurezza degli operatori, non può che contenere la diffusione di agenti patogeni».

Sicuramente una vittoria per la categoria e la certezza che non si sarà più multati se decideremo di lavare la nostra auto, non utilizzandola naturalmente  come scusa per uscire di più.

«Grazie al viceprefetto Sirico per la celerità della sua risposta», conclude soddisfatto Piovanotto

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