Continuano ad arrivare da Roma, a spizzichi e bocconi, indiscrezioni riportate anche dai grandi media nazionali sulle possibili riaperture e sull'allentamento delle misure agli spostamenti dal 4 maggio (alcune aziende in grado di rispettare i protocolli di sicurezza, però, potrebbe ripartire già dal 27 aprile).
A farla da padrone è il condizionale, condito da qualche "ma" e tanti "forse": per quanto riguarda gli spostamenti, dal 4 maggio sarebbero permessi anche fuori dal proprio comune ma solo all'interno delle singole regioni. Inutile aggiungere che si tratta però di un orientamento, seppur prevalente in questo momento dopo il summit del premier Conte con il commissario della task force per la ripartenza, Vittorio Colao, e dopo un confronto con regioni ed enti locali (domani pomeriggio nuovo incontro, ça va sans dire).
E le riaperture? Dal primo lunedì di maggio potrebbero ricominciare i settori manifatturiero e delle costruzioni: per quanto riguarda le attività commerciali, si andrebbe verso la sola apertura per la vendita da asporto legata alla ristorazione, che oggi può effettuare le consegne a domicilio.
Per i negozi al dettaglio l'ultima ipotesi sul tavolo riguarda l'apertura dall'11 maggio, bar e ristoranti dovrebbero attendere fino al 18.
Gli over 65, a quanto si apprende, dovrebbero rimanere "protetti" anche nella fase 2.
Capitolo trasporti pubblici: verrebbero riaperti con contingentamento e misure molto restrittive (mascherina obbligatoria, alcuni posti disponibili su prenotazione, rilevazione della temperatura ove possibile).
Punto cruciale indicato dalla task force per dare l'ok alla parziale riapertura sarebbe il rispetto della sicurezza sanitaria a livello locale basata su tre criteri: la situazione epidemiologica, l’adeguatezza del sistema sanitario locale, la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale.