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Attualità | 03 dicembre 2020, 11:33

Al San Matteo di Pavia realizzate oltre 1000 endoarteriectomie polmonari

Il prof. Andrea Maria D'Armini: “Dopo l'intervento la maggior parte dei pazienti torna ad una vita assolutamente normale”

Al San Matteo di Pavia realizzate oltre 1000 endoarteriectomie polmonari

Il San Matteo ha superato quota 1.000 endoarteriectomie polmonari (acronimo EAP): una delicata operazione di chirurgia cardiopolmonare che consiste nel liberare le arterie polmonari da tutto il materiale cronico tromboembolico che le ostruisce. Tale materiale è la rara complicanza di una ben più frequente patologia cardiovascolare, l’embolia polmonare acuta, che colpisce circa 120 persone ogni 100.000 abitanti. La stima, quindi, per l’Italia è di circa 72.000 nuovi casi / anno. Di questi circa il 3% evolve nella forma cronica.
Ripulendo e riattivando il circolo arterioso polmonare se ne abbassano le resistenze e, di conseguenza, si aiuta la porzione destra del cuore a ritrovare la sua normale funzionalità, scongiurando il rischio di cedere alle continue sollecitazioni dovute all’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (IPCTE).
Da fine maggio, al termine della prima emergenza sanitaria da Covid-19, l’equipe coordinata dal prof. Andrea Maria D’Armini, cardiochirurgo e responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Cardiochirurgia - Chirurgia Cardiopolmonare e dell’Ipertensione Polmonare, ne ha realizzate ben 36.
Proprio per la delicatezza e la complessità dell’intervento di EAP - che ha una durata media di 9 ore - ma anche per l’articolato iter diagnostico multi-specialistico che porta alla diagnosi e all’indicazione chirurgica e per la particolarità del decorso post-operatorio solo pochi centri al mondo sono in grado di effettuarlo.
Oggi il San Matteo è, “de facto”, il centro di riferimento nazionale per questa patologia con un cospicuo aumento anche dell’afferenza internazionale. In termini di casistica e risultati è uno dei cinque maggiori centri al mondo oltre a San Diego (California, USA) dove la tecnica originaria è nata, Cambridge (UK), Parigi (Francia) e Bad Nauheim (Germania).
“Quando nel 1994 abbiamo iniziato questa nuova avventura con il programma di endoarteriectomia polmonare, un intervento conservativo invece che trapiantologico, i casi trattati erano risibili - spiega il professore Andrea Maria D’Armini - circa 5 all’anno. Nel tempo c’è stata una costante e continua crescita portando, nel 2019, a 89 pazienti operati fino al superamento, nel gennaio 2020, del traguardo di 1000 endoarteriectomie polmonari”.

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