Archiviato il momento della memoria, che mercoledì è stato affidato alla celebrazione presieduta dal vescovo Brambilla sulla vetta del Mottarone, l’inchiesta sul disastro della funivia che il 23 maggio scorso è costato la vita a 14 persone, entra nel vivo.
Si avvicina infatti l’esito dei primi accertamenti tecnici sui supporti informatici, ai quali sta lavorando il perito nominato dalla Procura nell’ambito dei cosiddetti accertamenti tecnici indifferibili. Per giovedì 8 luglio, poi, è fissato l’incidente probatorio disposto dal Gip Laura Ceriotti.
E’ di ieri la notizia che il legale di uno dei tre indagati, Andrea Da Prato, che difende il direttore di esercizio delle funivia, Enrico Perocchio, ha depositato una doppia richiesta: da un lato si chiede che l’esame della scatola nera, il software che monitora e registra tutti gli eventi della funivia avvenga nell’ambito della stessa la procedura dell’incidente probatorio dell’8 luglio; dall’altro si avanza l’ipotesi di replicare sull’altra cabina, la numero 4, l’incidente accaduto il 23 maggio per stabilire le cause della rottura della fune traente.
L’ipotesi è quella di utilizzare la stessa fune che si è spezzata il giorno della tragedia per verificare “in vivo” la dinamica dell’incidente, facendo “precipitare” la cabina numero 4, caricata con un peso analogo a quello della cabina numero 3 al momento del disastro.
La richiesta avanzata dalla difesa di Perrocchio è ora al vaglio del Gip.