La vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare è stata ospite questa sera di Emanule Monti e Matteo Bianchi al teatrino Santuccio di Varese per presentare la riforma della legge sanitaria regionale e le sue declinazioni sul territorio. Letizia Moratti ha cominciato però il suo discorso dal Covid e illustrando l'andamento della campagana vaccianale: «Questa settimana raggiungeremo quota 15 milioni di somministrazioni con una percentuale di copertura della popolazione lombarda dell'89%. Da parte dei giovani c'è stata un'ottima adesione ma possiamo fare di più ed è a loro che mi rivolgo e mi appello per invitarli a vaccinarsi».
Ed è stata proprio la pandemia che ha evidenziato una serie di limiti del sistema sanitario, e ha ispirato Regione Lombardia alla riforma. «Abbiamo inaugurato un metodo di lavoro nuovo basato sull'ascolto - ha detto Monti -Da maggio a luglio abbiamo aperto le porte istituzionali a stake holder, sindaci e associazioni. Una legge condivisa, per la prima volta in Lombardia».
Una riforma che non è calata dall'alto «e mira sempre di più a curare la persona e non la malattia - ha spiegato la Moratti - Quindi maggior assistenza domiciliare, maggior continuità assistenziale attraverso le case di comunità a cui saranno affiancati ospedali di comunità. E il sistema opererà in due direzioni: dalla presa in carico a casa fino all'ospedale e vicersa, dalla dimissione dall'ospedale al rientro a casa». La messa a terra di questo sistema è legata naturalmente al Pnnr «e contiamo di realizzare le 216 case e 60 ospedali di comunità entro il 2024. Da ultimo la telemedicina su cui stiamo puntando tantissimo, attraverso le nuove tecnologie».