Una vicenda allucinante, che ammanta di contorni da far west quelli che potrebbero essere normali contrasti lavorativi in un ambito tutto sommato piccolo qual è quello di un consorzio di bonifica.
Nei giorni scorsi i carabinieri della Stazione di Buronzo hanno deferito per estorsione un 30enne di Rovasenda: secondo le accuse avrebbe lasciato una testa di cinghiale mozzata davanti alla porta di un 60enne con il quale aveva un contrasto nell'ambito lavorativo.
La vicenda prende il via verso la fine del mese di novembre 2021 quando un rappresentante del direttivo del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese-Vercellese, dimorante a Rovasenda, ha scoperto, davanti all’ingresso della sua abitazione, una testa di cinghiale. L’uomo, un 60enne, agricoltore, spaventato per la scoperta si è rivolto immediatamente ai carabinieri di Buronzo, raccontando la vicissitudine in cui era rimasto coinvolto. La vittima, estremamente preoccupata dall’accaduto, ipotizzando che l’atto intimidatorio fosse legato al ruolo rivestito all’interno del consiglio direttivo del Consorzio, dopo poco si è dimesso dall'incarico.
Gli investigatori, ritenendo che la minaccia fosse verosimilmente legata a contrasti interni al consiglio direttivo del distretto di Rovasenda del Consorzio di Bonifica della Baraggia, hanno intrapreso serrate attività di indagine unitamente al Nucleo Investigativo di Vercelli, raccogliendo diversi elementi di reità nei confronti di un 30enne di Rovasenda, dipendente del Consorzio, che era entrato in contrasto con la vittima.
L’uomo è stato deferito alla Procura della Repubblica di Vercelli per estorsione poiché con tale azione minatoria avrebbe ottenuto un indiscutibile beneficio, costringendo la vittima a dimettersi e riuscendo a mantenere il posto di lavoro.