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Attualità | 18 marzo 2022, 15:47

Pavia è al secondo posto tra le città più care in Lombardia e 22ª d'Italia. Varese 18ª è la più cara in regione

Il capoluogo provinciale precede Milano tra le città più care nella classifica dell'Unione nazionale consumatori sul costo della vita. Ecco la graduatoria completa dominata da Bolzano

Pavia è al secondo posto tra le città più care in Lombardia e 22ª d'Italia. Varese 18ª è la più cara in regione

Pavia è al 22° posto tra le città più care d'Italia. In testa a questa non invidiabile classifica c'è Bolzano, dove l'inflazione tendenziale di febbraio pari a +6,8% si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua equivalente, in media, a 2163 euro, ma che svetta a 3052 euro per una famiglia di 4 componenti.

È l'Unione Nazionale Consumatori ad aver stilato la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei dati diffusi mercoledì scorso dall'Istat.

Varese è la prima provincia della Lombardiaal pari di Brescia che l'appaia al 18ª posto d'Italia, tra le città più care della LombardiaMilano è 23ªComo è solo 57ª con la spesa annua media per famiglia aumentata di 1.292 euro, penultima città in Italia per l'inflazione più bassa registrata (+4,7%). Più in basso nella gallery trovate la classifica completa.

Al secondo posto della graduatoria c'è Piacenza dove il rialzo dei prezzi del 7% determina un incremento di spesa pari a 1870 euro per una famiglia media, al terzo posto Forlì-Cesena, dove il +6,7% genera una spesa supplementare pari, rispettivamente, a 1.789 euro per una famiglia tipo.

Appena fuori dal podio Bologna dove si spendono mediamente 1.692 euro in più (+6%), al quinto posto Padova (+6,6% pari a +1667 euro), seguono Treviso (+6,5%, +1641 euro), Pistoia (+6,2%, +1615 euro), in ottava posizione Firenze (+5,8%, +1598 euro), poi Trieste (+6,7%, +1587 euro). Chiude la top ten delle città più salate Genova (+6,5%, 1577 euro).

L'inflazione più alta d'Italia è quella di Catania, +7,4%, che però, per via della minor spesa in valore assoluto, si colloca "solo" in undicesima posizione con +1566 euro. Quella più bassa d'Italia, invece, è a Cremona (+4,6%, +1265 euro), seguita a ruota da Como (+4,7%, +1292 euro).

La città più virtuosa d'Italia, però, in termini di spesa aggiuntiva più bassa, è Macerata, dove in media si spendono 1.036 euro in più (+4,8%), seguita da Potenza dove l'inflazione pari a +5,4% determina un esborso addizionale di 1.097 euro, mentre al terzo posto si colloca Campobasso (+5,6%, +1117 euro).

In testa alla classifica delle regioni con più rincari, con un'inflazione annua a +6,5%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1.761 euro su base annua, e che vince la classifica con 2.523 euro per una famiglia di 4 persone. Segue la Valle d'Aosta, dove la crescita dei prezzi del 5,9% implica un'impennata del costo della vita pari in media a 1.500 euro e a 2478 euro per una famiglia di 4 componenti. Al terzo posto la Liguria, +6,4%, con un rincaro annuo di 1.435 e 2368 euro.

Le regioni più convenienti: Sardegna (+6,1%, +1204 euro in media), Campania (+5,8%, +1162 euro) e Puglia (+6,2% e 1179 euro). La regione con l'inflazione più elevata, comunque, è la Sicilia con +6,8% (+1313 euro, +1820 euro per una famiglia di 4 persone).

«Anche considerando il minor salasso annuo, quello di Macerata, nessuna famiglia in Italia ha guadagnato in un anno 1.036 euro in più - afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - Gli italiani, insomma, si stanno pesantemente impoverendo e questo avrà effetti nefasti sui consumi e sulla ripresa economica del Paese. Per questo è importante che il Governo oggi intervenga con misure serie per calmierare i prezzi e il primo provvedimento da prendere è quello di ridurre i prezzi dei carburanti che incidono su tutta la merce trasportata e ricadono sui consumatori finali, abbattendo le accise di benzina e gasolio di almeno 50 centesimi».

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