Si è concluso a Pavia con 5 condanne tra i 3 anni e 10 mesi e 2 anni di carcere e tre assoluzioni il processo di primo grado con al centro il crac della Fondazione Maugeri. Si tratta di un procedimento parallelo e autonomo rispetto a quello milanese che portò alla condanna definitiva dell’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.
A deciderlo è stato il Tribunale che ha accolto in sostanza l’impianto accusatorio del pm Camilla Repetto. Tra le condanne quella più bassa, pari a due anni di reclusione, è stata inflitta a Rosanna Gariboldi, vedova dell’ex deputato e vice coordinatore nazionale dell’allora Pdl Giancarlo Abelli e destinataria di presunti contratti fittizi di lavoro e consulenza per poco meno di 468 mila euro, mentre quella più alta a Roberto Ferrari beneficiario, tramite due società, della somma di quasi 955 mila euro erogate dalla Fondazione in assenza di una valida giustificazione economica.
L’allora presidente del collegio dei revisori Francesco Rampulla ha preso 3 anni e mezzo, Paolo Sacchetti, componente dello stesso collegio dei revisori, 3 anni e 4 mesi e Gianfranco Parricchi, amministratore unico di una società che avrebbe incassato denaro in cambio di “fittizie consulenze”, 3 anni di reclusione. Altri tre imputati sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato.
Nel 2020 nella vicenda di bancarotta Umberto Maugeri, ai tempi presidente del consiglio di amministrazione fino al 2012, ha risarcito 3,2 milioni di euro e ha patteggiato 4 anni di reclusione.
Accolte anche, tra le altre, le istanze di patteggiamento di Costantino Passerino ex direttore generale della Fondazione (2 anni e 1 giorno di reclusione con le attenuanti generiche prevalenti), dell’ex assessore lombardo Antonio Simone (5 anni in continuazione con la condanna milanese) e di Pierangelo Daccò (2 anni e 8 mesi di reclusione che si aggiungono alla condanna inflitta a Milano di 9 anni). Il danno per i creditori della Fondazione era stato stato stimato in 123 milioni di euro.