E’ finita la latitanza del vigevanese Carlo Riefoli. Lo hanno catturato l’altro giorno in Brasile e adesso si trova nel carcere del paese sudamericano in attesa dell’estradizione. Sarà difeso dall’avvocato Roberto Grittini. Classe 1963, 60 anni ancora da compiere, è un volto noto alla cronache del magentino, dell’abbiatense e del vercellese.
Sono trascorsi ormai più di 20 anni da quando l’ex autotrasportatore di Vigevano travolse e uccise in quel di Corbetta un pensionato che stava tornando a casa a piedi. Invece di fermarsi a prestare soccorso l’uomo si allontanò lasciandolo agonizzante a terra.
Fu la Polizia Stradale di Magenta a rintracciarlo. Venne processato e condannato a pochi mesi di reclusione. Ma quello fu il primo di una serie di reati che hanno portato ad una condanna complessiva ad oltre 11 anni di reclusione. E di questi solo pochi mesi sono stati scontati. Da quel mese di ottobre del 2002 si arriva all’agosto del 2005.
Siamo sulla strada Vigevanese, all’altezza di Abbiategrasso.
Alla guida del suo furgone Riefoli investì un pensionato in bicicletta che perse la vita. Recidivo cercò di coprire quella tragedia inscenando il furto del suo mezzo. Lo portò in aperta campagna e gli diede fuoco. Ma il trucco che aveva escogitato non servì e i Carabinieri lo smascherarono arrestandolo per omissione di soccorso e simulazione di reato. Nel frattempo le pene per il vigevanese si accumulavano, ma lui non si è fermato.
Venne coinvolto nell’operazione Carlos della Procura di Vercelli per truffa ai danni dello Stato che portò alla scoperta di una maxi frode fiscale per oltre cento milioni di euro con accuse che andavano dall’associazione a delinquere finalizzata all’emissione, all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, all’evasione dell’Iva ed al riciclaggio nonché alla scoperta di una frode fiscale internazionale. Due le aziende fantasma che vennero create appositamente per emettere fatture false e incassare l’Iva senza riversarla allo Stato.
Due società cartiere riconducibili a Riefoli. E così, condanna dopo condanna, nel mese di settembre dello scorso anno la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino ha emesso un ordine di esecuzione per la pena della reclusione di 11 anni, 4 mesi e 15 giorni nei confronti dell’ex autotrasportatore.
Di lì a breve la sua latitanza sarebbe terminata nelle assolate terre brasiliane dove è avvenuto l’arresto.