La condanna è solo l’ultima di una lunga serie di precedenti che partono da quando, poco più che diciottenne, la donna aveva cominciato a commettere reati contro il patrimonio: furti, ricettazioni e soprattutto truffe informatiche con le quali nel corso degli anni ha accumulato un bottino di decine di migliaia di euro colpendo in tutta Italia, in particolare nelle province di Monza e della Brianza, Milano, Bergamo, Como, Pavia, Brescia, Venezia, Torino, Alessandria e Nuoro.
Le vittime si erano viste addebitare somme di denaro di importi fino a tremila euro per l’acquisto dei beni più disparati tra profumi, cosmetici, articoli di bigiotteria, viaggi, ricariche telefoniche, pneumatici. Il metodo era sempre lo stesso, quello della email di phishing, apparentemente inviata da un ente affidabile, per esempio una banca, e all’apparenza del tutto veritiera. Così acquisiva informazioni personali come codici di pagamento e numeri di carte di credito, compresi i relativi codici di verifica.
La donna, ancora sotto processo in vari procedimenti, ricevuta la notifica di condanna a dieci mesi di reclusione, è stata arrestata dai carabinieri di Seregno e posta ai domiciliari a Giussano.