Secondo la docente è stato “un atto dovuto” espellere e bocciare lo studente, una decisione presa all’unanimità dal Consiglio d’istituto anche “a tutela dei lavoratori della scuola, degli alunni e delle loro famiglie: non avrebbero considerato accettabile il ritorno di questo ragazzo”.
E comunque “non è stata una decisione pilatesca”, come invece ha sostenuto il legale del ragazzo, con la famiglia che farà ricorso contro l’espulsione. “Aveva avuto un calo didattico dopo Pasqua sia nelle mie materie che in altre – ha aggiunto l’insegnante – ma con sua mamma avevamo concordato occasioni per recuperare. Le note erano 3 per compiti non fatti, nulla di più”.
Ad ogni modo “alla scuola sono state attribuite responsabilità che non ha – ha proseguito – qui i ragazzi passano solo 5 ore al giorno e non trovano certo le armi. Dopo la scuola deve esserci sempre la famiglia, noi non siamo psicologi”. L’insegnante ha ribadito di non aver ricevuto scuse dirette dalla famiglia dello studente: “Mi ha infastidito la minimizzazione della vicenda – ha continuato – però mi auguro che il ragazzo possa ricostruire la sua vita in modo sereno”.
Quanto alle sue condizioni di salute, “mi hanno dato 6-7 mesi per la riabilitazione ma spero di riprendere il prima possibile per non restare ancorata a quanto successo – ha concluso -. L’altro giorno ho incontrato i miei alunni, di quella classe e di altre. Mi hanno donato una candela e un libro con le loro firme”.