Con i furti di rame, portati a termine nelle centrali elettriche, si erano arricchiti a tal punto che la Polizia di Stato ha sequestrato loro beni per oltre 550mila euro, tra cui due Ferrari, un appartamento di 200 metri quadrati e due terreni di cui uno edificabile e uno ad uso agricolo; sono due conviventi, italiani di etnia Sinti, ufficialmente disoccupati.
Li ha individuati la Squadra Mobile della Questura di Novara, che ha smantellato un’associazione a delinquere finalizzata ai furti di rame in centrali elettriche e aziende dismesse, con il deferimento all’autorità giudiziaria di 7 persone delle quali 4 tratte in arresto in flagranza di reato.
Nel corso dell’attività è emerso che uno dei due conviventi, dopo aver acquistato il rame rubato, lo ripuliva e lo rendeva non individuabile per poi venderlo ad aziende specializzate nel recupero materiali ferrosi. Per questo è indagato anche per il reato di autoriciclaggio.
La sua compagna, estranea ai singoli episodi di furto, è attualmente indagata per il reato di riciclaggio poiché faceva confluire, sui conti correnti a lei intestati, il profitto degli illeciti guadagni, successivamente reinvestiti nell’acquisto di immobili e auto di lusso sempre a lei intestate e nella disponibilità di entrambi i conviventi.
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 5 autoveicoli di cui due Ferrari, due conti correnti, un immobile ad uso abitativo di circa 200 mq e due terreni per un ammontare approssimativo di circa 550.000 euro.