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Cronaca | 28 ottobre 2025, 12:18

Magenta, vivere e dormire in tenda: la faccia nascosta della città

"Non voglio dare fastidio a nessuno", la povertà silenziosa

Magenta, vivere e dormire in tenda: la faccia nascosta della città

A pochi passi dal cimitero di Magenta, nascosta tra gli alberi e i cespugli, sorge una piccola tenda. È lì che vive un uomo di 46 anni rimasto senza nulla. Un giaciglio improvvisato, qualche coperta, poche cose ammassate in una borsa: questo è tutto ciò che possiede. Da settimane affronta il freddo notturno perché, all’interno, non c’è nulla per scaldarsi e la solitudine, confidando nell’aiuto di qualche passante o nei pasti offerti dalle associazioni locali.

E’ solo l’ultimo di una serie di casi che stanno emergendo in questi giorni nella sola città di Magenta. «Mangio al refettorio qua vicino dell’associazione Non di solo pane», racconta con voce pacata.

«Mi sono fatto il mio angolo senza dare fastidio a nessuno – continua – avrei la possibilità di lavorare, ma troppo lontano da qua e per me sarebbe impossibile». La sua storia non è un caso isolato. A Magenta, come in molte altre città della zona, la povertà è una realtà sempre più visibile. Persone che fino a pochi anni fa conducevano una vita normale oggi si trovano per strada, schiacciate da difficoltà economiche, affitti troppo alti e la mancanza di reti di sostegno efficaci. Persona che hanno anche un lavoro dignitoso. Italiani o stranieri non fa differenza. Sempre fuori dal cimitero, abbiamo incontrato anche un uomo di 35 anni, originario dell’Albania. E’ in Italia da quando aveva sei anni, ma le cose non sono andate bene. Dorme in un parco, riparandosi con un sacco a pelo e qualche cartone. «Non ho famiglia qui, né lavoro fisso», spiega. «E’ un po’ che vivo in questo modo, non so per quanto potrò continuare».

Lui dorme in un parchetto, ma si sposta di frequente. Per lavarsi c’è la vicina casa di accoglienza di strada Pontevecchio e la San Vincenzo per il vestiario e il pacco alimentare. Secondo le associazioni che operano sul territorio, le richieste di aiuto sono in aumento. C’è chi cerca un pasto caldo, ma è soprattutto il tetto per la notte il problema principale. Il disagio cresce silenzioso ed è spesso invisibile agli occhi di chi passa. E’ il caso di un altro uomo che vive sotto i portici di via San Biagio, di fronte alla sede della Cgil. Arriva a tarda ora e se ne va prestissimo, certo che nessuno possa vederlo. O del giovane egiziano che utilizza una panchina del parco Pertini come letto.

da TicinoNotizie.it

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