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Al Direttore | 08 marzo 2018, 13:20

Come funziona il non funzionamento del Paese – La scuola

Riceviamo e pubblichiamo

Come funziona il non funzionamento del Paese – La scuola

Gentile Direttore,

vorrei che riflettessimo insieme su una questione nota solo a noi genitori, una disservizio unico, una difficoltà enorme, una mancanza da parte dello Stato e del Welfare che credo non abbia pari in Europa e oltre…. LA SCUOLA!

Ho una figlia di due anni e mezzo, va al nido, privato, da quando aveva 12 mesi; io e mio marito lavoriamo, fortunatamente, e paghiamo, con enormi sacrifici 550 € al mese che si vanno aggiungere al mutuo come un corda che stringe sempre di più. La scelta del privato è ovviamente stata una scelta forzata, i nidi comunali o convenzionati sono pochi e non riescono a far fronte alla richiesta, infatti noi non rientrammo.

Il mese scorso si sono aperte le iscrizioni alla scuola dell’infanzia, speravo finalmente di poter usufruire anche io di un servizio pubblico che dunque per definizione, in quanto tale, dovrebbe essere garantito a tutti.. in realtà non è così perché non essendo scuola dell’obbligo non è un servizio dovuto!

Ho risposto al bando comunale, che prevede che si può far richiesta di iscrizione ad una sola scuola, appunto comunale, ed ho fatto anche domanda per la scuola Statale, anche qui il regolamento prevede che si possa far domanda in una sola scuola.

Dunque due sistemi, due amministrazioni diverse che gestiscono strutture diverse, con criteri di ammissione diversi. A livello comunale tutto è gestito online, le domande vanno inserite in rete ed i criteri di ammissione sono identici per tutte le scuole del comune. Per le scuole Statali invece la domanda va presentata cartacea al singolo istituto. Ciascun istituto statale ha i propri criteri, resi sì pubblici, ma i criteri cambiano da scuola a scuola, sono definiti dal Consiglio di Istituto. Come è possibile questo?? Poi presentando la domanda in cartaceo come fa il MIUR a verificare che non si sia fatta domanda in più istituti???

Ci tengo a sottolineare che nell’assegnazione dei punteggi il reddito non ha voce.

Fatta questa premessa, per me già abbastanza sconcertante, ora a distanza di quasi un mese dalla chiusura delle iscrizioni sono uscite le graduatorie provvisorie delle comunali e stanno man mano uscendo, a seconda degli istituti, quelle delle statali.

Mia figlia non è stata ammessa né alla scuola comunale né alla statale. Le graduatorie sono provvisorie perché ora si apre il mese dei ricorsi…ma per cosa si ricorre se i punteggi sono stati calcolati bene? Non posso fare ricorso, posso solo sperare che qualcuno rinunci, in virtù proprio di questo doppio sistema di gestione non si possono mantenere due ammissioni o ci si iscrive da una parte o dall’altra. Ma la duplice gestione comporta anche definizione delle graduatorie definitive in tempi molto diversi, dunque gli ammessi tendono a mantenere il piede in due staffe a lungo per paura di rimanere senza posto. Dunque le graduatorie scorrono fino a scuola iniziata, fino ad ottobre o novembre c’è speranza di un ripescaggio alla scuola comunale. (questo per la Statale invece non vale, il sistema prevede che se sei escluso non puoi essere inserito in altri istituti).

Spiegato come funziona il non funzionamento del nostro Paese vorrei portare all’attenzione dell’opinione pubblica e all’attenzione di chi, per scelta, possibilità economica e sfiducia nel sistema , non si informa neanche su come funzionano i servizi offerti dal nostro Paese rivolgendosi ai privati. Tutto ciò è corretto?

E io e tutti quei genitori, tantissimi mi creda, che si trovano nella mia situazione, cosa dovremmo fare?

Una bambina abituata a stare al nido e felice di andarci, come mia figlia, cosa dovrebbe fare?

Posso mandarla alla scuola privata e continuare a pagare 550 €, ma perché se esiste un servizio offerto dallo Stato? Perché con quei 550 € al mese non posso cercare di alleggerirmi il mutuo? E se non la mando a scuola privata quali alternative ho? Sperare che venga ripescata entro novembre? E nel frattempo dove aspettano, mentre sperano, questi bambini?

Il nostro è uno Stato che non riesce a stare al passo coi tempi. Non si investe, non si creano strutture nuove che poi creerebbero anche posti di lavoro; non si lavora per il benessere dell’individuo e della famiglia, è un Paese dal quale avresti solo voglia di fuggire! Non ci sono scuole di nuova costruzione, gli istituti sono fatiscenti ed inadeguati. Se è vero che in Italia non si fanno più figli è anche vero che c’è un forte tasso di immigrazione che prima non c’era e lo Stato non riesce a rispondere o meglio non ci prova neanche.

Grazie Italia ci fai sempre più disamorare di te!

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