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Cultura-Eventi | 08 settembre 2019, 10:28

Il fascino del passato negli angoli dei rioni di Mede per il Palio d’la Ciaramela

Il fascino del passato negli angoli dei rioni di Mede per il Palio d’la Ciaramela

Quest’anno, per il sabato del Palio di Mede, ogni rione ha dato il meglio di sé, con aperture di cortili chiusi da anni, stradine quasi sconosciute, giardini privati solitamente inaccessibili.

Questo per dare vita a immagini, scene, racconti che arrivano dal secolo scorso, un tempo che sembra davvero ormai lontano.

Ne raccontiamo alcuni per dare un’idea del lavoro svolto da tanti giorni, dell’amicizia e della buona volontà che hanno animato gli abitanti dei vari rioni.

Nel parco Massazza, in Corso Italia, Piasa Giaretta, il cuore pulsante della vita di Mede, ha omaggiato l’antico mestiere dei sellai, con libri, foto e gli attrezzi del mestiere, quasi fossero passate solo poche ore dalla chiusura del negozio.

Il quartiere d’ J’angial, che conserva ancora la memoria dei suoi frati, abili farmacisti e grandissimi bibliotecari, presso Piazza Marconi ha raccontato le cene estive quando mondine e contadini, facevano il punto sul lavoro dell’estate, e parlavano dell’autunno ormai prossimo, preparando un buon risotto fumante.

Noto per essere la sede del mulino di Mede, San Roc, con i simboli della farina, il riso e gli attrezzi da mugnaio, presso Via Massazza, davanti ai carabinieri, ha ricostruito la vita dei contadini, le loro semplici case, con i bambini che ascoltavano incantati le storie raccontate dagli anziani, il lavoro nell’aia, con il riso e la pula, il granoturco, la nonna che preparava la polenta.

Il tutto impreziosito dal suono di un antico piano meccanico che, grazie all’inserimento di una moneta, permetteva l’ascolto di un’allegra melodia per ballare o semplicemente per stare insieme. 

In Via Besostri La Roca Bianca, il più antico nucleo abitato di Mede, nel Medioevo sede della Rocca, ospitava le botteghe dei fabbri, presenta la sagra della quarta domenica di agosto, tra giochi, musicanti, dolci, focacce e tanto divertimento. Il tutto animato da uno specialissimo suonatore di fisarmonica, un vero musicista in incognito affiancato da un giovane violinista.

Molto diversi gli angoli del Pasquà e del Busch, storici avversari durante il Palio.

Al Pasquà, il rione dei tessitori e dei fabbricanti di olio, nella proprietà Varallo in Corso Vittorio Veneto ha raccontato come si divideva il buono dal cattivo durante la raccolta del mais, mentre Al Busch, un tempo solo un semplice viottolo di campagna, presso via Don Minzoni ha allestito un oratorio agli inizi del Novecento, tra suore e recite popolari.

Infine Al Cruson, che prende la sua insolita denominazione dal fatto che, agli inizi del Settecento, vi fu collocata una croce di legno, in Via Cavour presenta i semplici giochi dei bambini di un tempo, con qualche balla di fieno, un bastone, e tanta allegria.

Tutto questo e anche altro in una calda sera d’estate, quando i cittadini girando per il paese a piedi o in bicicletta hanno ritrovato ritmi diversi, il piacere di chiacchierare, di rivivere i ricordi, e anche un po’ di sorridere.

Paola Montonati

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