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Cultura-Eventi | 10 febbraio 2018, 11:29

#Sanremo2018: le pagelle ai duetti della quarta serata. Piccoli coristi e Paolo Rossi, la creatività de Lo Stato Sociale stacca tutti

Grande interpretazione per Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto e per Diodato e Roy Paci con Ghemon. Giusy Ferreri non migliora le sorti di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli

#Sanremo2018: le pagelle ai duetti della quarta serata. Piccoli coristi e Paolo Rossi, la creatività de Lo Stato Sociale stacca tutti

Il venerdì è serata di duetti e SanremoNews ha dato le pagelle anche alla nuova veste delle 20 canzoni in gara, con tanto di ospiti.

Ecco come le abbiamo giudicate:

Renzo Rubino con Serena Rossi “Custodire”: less is more. In versione piano e voce il brano guadagna punti e assume un tono di sacralità che manca nella versione originale. Peccato solo per il ritorno al ‘passato’ sul finale. Voto 6,5

Le Vibrazioni con Skin “Così sbagliato”: la voce familiare di Skin aggiunge un tocco in più a un brano troppo urlato per fare breccia nei cuori del pubblico generalista del Festival. Voto 5,5

Noemi con Paola Turci “Non smettere mai di cercarmi”: belle da vedere e da sentire. Due voci di donna forti e decise che danno grande intensità a un brano già graffiante e profondo. Voto 7

Mario Biondi con Ana Carolina e Daniel JobimRivederti”: la versione con influenze brasiliane gli dà ancor più un’aura ‘lounge’ che non è proprio da Festival. Pezzo interessante, ma fuori contesto. Voto 6

Annalisa con Michele Bravi “Il mondo prima di te”: in duetto rende ancora di più, diventa una possibile hit. Due voci delicate che sanno anche come farsi sentire quando serve. Bella idea, grande il risultato finale. Voto 7

Lo Stato Sociale con Paolo Rossi e il Piccolo Coro ‘Mariele Ventre’ dell’Antoniano “Una vita in vacanza”: è spettacolo, un ‘pezzo’ di teatro-canzone con la chicca del piccolo coro che scopre che si può vivere bene senza qualcuno che ‘buca i palloni’. Hanno senso dello show e contenuti da vendere. Voto 8

Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”: strumenti alla mano è meno orchestrale ma ancor più efficace nell’essere così rielaborata dalle sapienti mani di tre musicisti veri. Il finale la fa tornare all’originario splendore. Anche in versione duetto rimane sublime. Voto 7,5

Decibel con Midge Ure “Lettera dal Duca”: passi l’inciampo tecnico iniziale, il tocco anglofono dà ancor più un senso alla lettera per il ‘Duca’ che non c’è più. Quella chitarra in più la rende completa e piena. Voto 7

Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico con Alessandro Preziosi “Imparare ad amarsi”: l’eleganza ha un volto in più. Ottima la scelta, ottima anche l’esecuzione. Forse la serata dei duetti meritava qualche novità in più nell’esecuzione, ma non cambiamo idea sul brano. Voto 7

Diodato e Roy Paci con Ghemon “Adesso”: aggiungere a due grandi artisti un autore di spicco come Ghemon non può che dare una spinta in più a un pezzo che già ci è piaciuto nella sua versione originale. Intenso ed efficace. Da ascoltare e riascoltare. Voto 7,5

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Giusy Ferreri “Il segreto del tempo”: niente, nemmeno la collaborazione della brava Giusy riesce a far andare giù un pezzo arrivato a Sanremo 2018 dagli anni ’80, ma non quelli buoni. Voto 5

Enzo Avitabile e Peppe Servillo con Avion Travel e Daby Tourè “Il coraggio di ogni giorno”: brano che alla distanza sta emergendo dopo le ombre della prima sera. E con il duetto si presenta ancor più completo, anche se non del tutto rinnovato. Voto 6,5

Ermal Meta e Fabrizio Moro con Simone Cristicchi “Non mi avete fatto niente”: musicalmente cambia poco, tanto si aggiunge nel significato con la lettura di quel messaggio post Bataclan dal quale tutto è partito. Cristicchi è l’ospite giusto, ne esce un’esibizione intensa e toccante. Voto 6,5

Giovanni Caccamo con Arisa “Eterno”: con Arisa fa un altro effetto, lei ha una capacità interpretativa unica. Poi torna la canzone che non ha entusiasmati né al primo né al secondo ascolto. Voto 6

Ron con Alice “Almeno pensami”: delicati ed eleganti, ma con la voce di Alice si allontana dall’omaggio a Dalla che voleva essere. Resta un brano dalle grandi intenzioni ma poco vicino al mondo del Festival. Voto 6

Red Canzian con Marco Masini “Ognuno ha il suo racconto”: i due, insieme, hanno un tiro niente male. Dimostrazione che si può uscire dai Pooh senza per forza portarsi dietro quel marchio di fabbrica che, per altri, sembra indelebile. Voto 6,5

The Kolors con Tullio De Piscopo e Enrico Nigiotti “Frida (mai, mai, mai)”: il pezzo non è male, più lo si ascolta più coinvolge. Peccato per l’ospitata di De Piscopo, relegato a un assolo finale del tutto estraneo al pezzo. Stesso destino per Enrico Nigiotti. Voto 6,5

Luca Barbarossa con Anna Foglietta “Passame er sale”: brano già teatrale, al limite del recitato. Con un’attrice a duettare non può che aumentare il tasso di recitazione, ma senza portare un gran beneficio alla resa finale. Voto 5,5

Nina Zilli con Sergio Cammariere “Senza appartenere”: nulla da dire se non ‘bravi’. Creano un’atmosfera nuova, dolce e calda, sentita e di grande amore per la musica. Ci sta anche un pizzico di improvvisazione, che fa parte del gioco. Voto 7

Elio e le Storie Tese con i Neri per Caso “Arrivedorci”: ottima la scelta, un passaggio di testimone tra chi se ne va e chi ritorna. Insieme, con ironia e leggerezza, rappresentano una buona fetta di storia del Festival. Voto 7

Pietro Zampedroni

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