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Cultura-Eventi | 25 settembre 2019, 23:26

Mortara si prepara alla 53° edizione Palio dell'Oca

Mortara si prepara alla 53° edizione Palio dell'Oca

Domenica 29 settembre torna l'appuntamento con il Palio dell'oca e la Sagra del Salame d'Oca di Mortara, che si tiene dal 1970 l'ultima domenica di settembre, in concomitanza con la Sagra del salame d'oca di Mortara, preceduto da un corteo storico di ambientazione sforzesca, composto da 400 figuranti.

Il salame d'oca IGP di Mortara, che dal 2005 si fregia del prestigioso marchio di Indicazione Geografica Protetta, è la storia di una terra, della sua gente e delle sue tradizioni, ricco di amore per la buona tavola.

Una felice unione di carni d'oca e di maiale, il prodotto simbolo della gastronomia mortarese ha in sé il cuore del mondo contadino, quando nelle corti e nelle cascine erano le donne a occuparsi dell'allevamento dei palmipedi, mentre gli uomini si occupavano dei suini.

Per confezionarlo sono utilizzate oche che devono essere alimentati esclusivamente con foraggi verdi e granaglie e l'impasto è consistente e omogeneo, con la pelle dell'oca, utilizzata come involucro, che al taglio deve rimanere ben aderente alla fetta.

Oltre ad essere la patria del Salame d’Oca più noto e amato, Mortara è famosa anche per il gruppo degli Sbandieratori Città di Mortara e la sfilata rinascimentale, cuore del Palio, con al centro le figure di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este.

La Sagra ha contribuito a mantenere viva una tradizione contadina tramandata di generazione in generazione e giunta sino ai giorni nostri.

Il palio di Mortara, che si gioca tra le contrade della città, ora sei dopo l’uscita del Dosso, prende le mosse dal Gioco dell’Oca vivente, che era usato a Mortara, feudo personale di Ludovico il Moro alla fine del XV secolo, per rallegrare sua moglie Beatrice, mentre il duca di Milano era impegnato in lunghe battute di caccia nei territori della Lomellina.

Ogni rione ha una storia particolare, legata al quartiere di Mortara, dove si trova e alla sua storia.

San Cassiano, collocata nel centro storico cittadino, ha preso il nome dall’omonima chiesa, edificata nel 1138.

Nel quartiere si trova il Portone di San Cassiano o Portone di Giove, che nel Settecento era un torrione sporgente con parte di un arco e contrafforti turriti laterali.

Il rione di Le Braide ha le sue origini nella storia dall’antico mulino che si trovava, fino a trent’anni fa, in un’area rurale rievocata nei colori dello stemma, giallo, il colore dei cereali maturi, e rosso, il sole che tramonta a ovest della città.

Questo quartiere ha un forte legame con il Museo Mulino di Mora Bassa di Vigevano, cuore della tradizione colturale e leonardesca del territorio pavese.

A Sant’Albino invece la storia è connessa all’omonima abbazia che si trova alle porte della città e che fece di Mortara una delle tappe simbolo della Via Francigena, infatti, nel suo stemma ci sono due bordoni del pellegrino, simbolo dell’aiuto che i mortaresi davano a chi passava da quelle parti.

Nel centro storico, è il rione della Torre a comprendere buona parte di questa zona, mentre quello di San Dionigi è legato all’omonima chiesa, adiacente alla basilica di San Lorenzo.

Già da settimane i contradaioli lavorano per la riuscita di questo evento e la piccola città è tappezzata da bandiere di ogni misura con i colori delle contrade, le vetrine si stanno popolando di piccole e grandi oche, nei ristorantini e nelle gastronomie si preparano deliziosi menu per la domenica, paté, ravioli, salami tutti all’insegna dell’Oca.

Tra la novità di questa edizione saranno presenti i Madonnari di Grazie Curtatone in Piazza Silvabella.

Paola Montonati

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