L'Inter e il mondo del calcio piangono Mario Corso, scomparso a Milano a 78 anni: il mancino della Grande Inter di Helenio Herrera, un poeta e un artista del calcio, vinse tutto quello che era possibile vincere indossando la maglia nerazzurra 502 volte, dal 1957 al 1973 prima di chiudere la carriera al Genoa.
"Mariolino", ricoverato da giorni in ospedale, ha marchiato la storia dell'Inter vincendo 4 scudetti (1963, 1965, 1966, 1971), due Coppe dei Campioni (1964, 1965) e due Intercontinentali (1964, 1965). Inventò la punizione a foglia morta con quel suo piede sinistro di Dio: «Meglio un piede solo che due scarsi» diceva sempre lui. Calzettoni abbassati alle caviglie in onore a Sivori, maglia numero 11 anche se il suo ruolo non era racchiudibile in una zona precisa dell'attacco o del centrocampo, pura intuizione che fa a pugni con la tattica anche se era il primo ad arrivare agli allenamenti e l'ultimo ad andarsene.
Brera, in cinque memorabili parole, definì Corso «participio passato del verbo correre» poiché nessun'altro faceva correre divinamente il pallone come lui, senza bisogno di fare altrettanto.
In Breve
domenica 06 luglio
sabato 05 luglio
giovedì 03 luglio
mercoledì 02 luglio
martedì 01 luglio
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Economia