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Attualità | 08 ottobre 2020, 17:32

Giornata Mondiale della Salute Mentale "Salute mentale per tutti.”

a cura del dott. Giovanni Migliarese

Giornata Mondiale della Salute Mentale "Salute mentale per tutti.”

Il 10 ottobre è la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Il tema dovrebbe essere sempre centrale nella discussione culturale e nell’agenda politica del nostro paese, perché “non c’è salute senza salute mentale”.

In tutta Europa e nel resto del mondo si stanno moltiplicando eventi e attività per sensibilizzare la popolazione al tema della salute mentale (http://www.wmhd2020.com/) con l’obiettivo di segnalare l'importanza della salute psichica di tutti noi, soprattutto in un momento in cui gli eventi drammatici legati alla pandemia COVID hanno esposto estese fasce della popolazione a maggiori quote di stress. I dati epidemiologici relativi ai disturbi psichici ci dicono che oggi il 7% delle persone oltre i 14 anni ha sofferto di disturbi ansioso-depressivi e che in un solo decennio l’incidenza è aumentata del 18,4%. In Italia si tratta di un numero elevato di persone che soffrono o hanno sofferto di queste patologie e il dato è da rivedere al rialzo nei prossimi anni.

In relazione all’impatto della pandemia COVID sono infatti attesi oltre 150 mila casi in più. Eppure, il tema salute mentale, soffre ancora di gravi stigmatizzazioni e le persone con patologie psichiche e i loro cari, infatti, sono di frequente vittime di isolamento e pregiudizi. I dati ci dicono che in Italia, ancora oggi, vi sono solo un ridotto numero di persone con disturbi psichici che accedono alle cure.

Il problema è complesso e ha varie cause. Sicuramente vi sono carenze strutturali dato che l’investimento in salute mentale è stato negli anni progressivamente ridotto. Va ricordato ad esempio che ad oggi la spesa per la salute mentale in Italia è al 3,6% della spesa sanitaria, ben al di sotto del 5% previsto, come segnalato anche nel documento “Iniziative per Rilancio Italia” di Coalo, in cui si chiedeva di aumentare del 35% lo stanziamento dei fondi.

Vi è una carenza di specialisti, non solo per scarsa disponibilità dei servizi ad assumerli, ma anche nel numero di professionisti formati che spesso non è sufficiente a sostituire tutta una fascia di psichiatri che hanno iniziato a lavorare 30-40 anni fa e che sono usciti dal mondo del lavoro per pensionamento. Vi è anche una minor disponibilità degli specialisti a lavorare nei servizi pubblici, in relazione a una minor attrattività del lavoro, a un minor riconoscimento sociale e a una ridotta tutela, che in generale riguarda tutta la professione medica.

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