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Attualità | 09 novembre 2020, 13:46

Broni: al via l’unità speciale per la cura a domicilio dei pazienti Covid

Sottoscritta da Comune e Ats Pavia la convenzione per istituire in città l’Usca: a disposizione dei medici la Sala Campora del Polo culturale di Viale Matteotti

Broni: al via l’unità speciale per la cura a domicilio dei pazienti Covid

Sarà istituita a breve nel Comune di Broni un’Unità Speciale di Continuità assistenziale (Usca), il cui scopo è quello di curare a domicilio le persone risultate positive al Covid-19 e i pazienti con sintomatologia clinica sospetta per coronavirus.

La giunta ha infatti approvato una convenzione con l’Ats di Pavia, grazie alla quale sarà garantita la presenza di due medici, sette giorni su sette dalle ore 8 alle ore 20, negli spazi del Polo culturale “Giorgio Soavi” di Viale Matteotti.

Obiettivo dell’Usca è quello di permettere ai medici di famiglia, ai pediatri e ai medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) lo svolgimento dell’attività ordinaria. «Abbiamo potenziato ulteriormente – afferma in proposito il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi – i servizi attivi sul territorio per il contrasto della pandemia. Dopo aver concesso il piazzale delle piscine per i tamponi “drive in” e la palestra di Piazza Italia per la campagna di vaccinazione antinfluenzale, ci siamo attivati per mettere a disposizione dell’Ats la Sala Campora, già di fatto esclusa dall’accesso la pubblico. Con l’Usca si aggiunge quindi un tassello alle strategie in ambito sanitario implementate sul nostro territorio comunale. In questo momento – aggiunge il primo cittadino – è fondamentale assistere adeguatamente le persone non ospedalizzate che hanno contratto il Covid-19, o che comunque presentano un quadro sintomatologico riconducibile al coronavirus, così da consentire ai medici di medicina generale di seguire nel modo più agevole possibile gli altri pazienti».

Nel dettaglio, i compiti dell’Usca comprendono: la gestione domiciliare dei pazienti in isolamento, la gestione domiciliare dei contatti di caso certo in isolamento fiduciario, la valutazione domiciliare dei casi sospetti e loro gestione, le attività burocratiche/amministrative (cartella clinica, compilazione flussi, ecc.). «Da parte nostra – conclude Riviezzi – c’è il massimo impegno a favore della comunità in questo difficile momento, sia per quanto riguarda il sostegno alle attività produttive, sia nel campo della tutela della salute pubblica».

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