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Cronaca | 07 gennaio 2021, 11:14

Violenza sessuale sulla figlia 14enne: padre orco finisce in manette

Aveva tentato di far perdere le proprie tracce fuggendo all'estero: al rientro in città è stato arrestato dalla Polizia di Stato

Violenza sessuale sulla figlia 14enne: padre orco finisce in manette

Viveva in una casa popolare con il padre, violento e che abusava di lei, un fratello pluripregiudicato per reati contro la persona, il patrimonio e fatti di droga, uno zio e una 40enne nigeriana che si prostituiva proprio all’interno di quella stessa abitazione. Una situazione disperata quella segnalata da una ragazzina del 2002: un dramma giunto all'attenzione della Polizia di Stato dopo che la giovane si era confidata con una connazionale e quest'ultima si era poi rivolta alle forze dell'ordine.

A distanza di due anni da quella segnalazione si sono aperte le porte del carcere per un padre-orco condannato che, per sottrarsi al processo, aveva cercato di far perdere le proprie tracce scappando in Francia. 

Nei giorni scorsi, tuttavia, la Polizia di Stato, all’esito di una prolungata e articolata indagine, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, lo ha arrestato mentre cercava di rinnovare la concessione di assegnazione di una casa popolare in città. L’attività di indagine era partita nel gennaio del 2018 quando la Squadra Mobile della Questura di Vercelli aveva raccolto le confidenze di una donna adulta, di origine ivoriana, che era stata interpellata in una disperata richiesta di aiuto da una ragazzina del 2002, facente parte della medesima comunità ivoriana, in quanto vittima di violenze sessuali da parte del padre.

Approfondendo le dichiarazioni si era apputato che la ragazzina in difficoltà viveva in un alloggio cittadino di edilizia popolare:  la minore e il fratello erano nati da una relazione che il padre aveva avuto con una donna ivoriana rimasta al paese di origine; successivamente, il padre aveva contratto regolare matrimonio con altra cittadina ivoriana residente a Parigi, dalla cui unione sono nati altri due figli.

L'attività di indagine ha consentito, una volta raccolti i primi indizi di colpevolezza, e ha portato al trasferimento della ragazzina in una comunità protetta, in considerazione dello stato di necessità e urgenza che emergeva e al fine di sottrarre la minore ad ulteriori situazioni di concreto pericolo e degrado. La minore, in sede di audizione, aveva confermato gli abusi a opera del padre, iniziati fin da quando aveva 13 anni. Dalle indagini era emerso che l'uomo fosse ossessionato dalla figlia, come lui stesso aveva dichiarato a un’amica, giungendo addirittura a fare un piccolo foro nella porta d’ingresso della sua stanza al fine di poterla spiare, senza essere visto, mentre si spogliava. Sentitosi braccato, l'uomo era riuscito ad allontanarsi dal territorio nazionale, presumibilmente verso la Francia, paese nel quale era residente la moglie, facendo perdere le proprie tracce fino al mese di novembre 2020 quando veniva effettivamente localizzato in territorio transalpino.

Nel frattempo il Tribunale di Vercelli in data 1 novembre lo aveva condannato alla pena di 6 anni e 6 mesi di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole del reato di violenza sessuale in danno della figlia infraquattordicenne. A quel punto la Procura ha ottenuto la custodia cautelare in carcere in danno dell’uomo con contestuale emissione di un mandato di arresto europeo.

Nel prosieguo delle indagini, è poi emersa la possibilità che l’uomo potesse fare rientro a Vercelli entro la fine dell’anno, per sistemare alcune pendenze burocratiche e in particolare per evitare che gli fosse revocata la concessione della casa popolare a lui assegnata e nella quale era ristretto il figlio in regime di arresti domiciliari, con la conseguenza che, non avendo a disposizione un’altra casa in cui espiare la pena, una volta persa quella a disposizione, quest’ultimo sarebbe finito in carcere.

Effettivamente il 22 dicembre scorso gli Uomini della Seconda Sezione della Squadra Mobile sono riusciti a intercettare l'ivoriamo che si stava recando agli uffici comunali di Vercelli: temendo di poter essere arrestato, si era fatto accompagnare da alcuni familiari che avevano il ruolo di vedette e che lo precedevano al fine di comunicargli l’eventuale presenza di forze dell’ordine. Nonostante queste accortezze l’uomo, un 37enne ivoriano, con precedenti penali per reati di falso, è stato fermato, arrestato e associato alla casa circondariale di Vercelli.

redazione online Vercelli

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