Si chiama “Get Ready”, ed è una tecnologia innovativa di tele-medicina introdotta per la prima volta in Italia nel reparto di Cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara. “Get Ready” permette di seguire al proprio domicilio i pazienti con patologie cardiache, attraverso un breve questionario - con protocollo di monitoraggio integralmente configurato dal personale della cardiologia - automaticamente inviato, a intervalli regolari e prestabiliti, direttamente sul loro smartphone. Rispondendo a poche e semplici domande, il paziente è quindi in grado di fornire, connettendosi automaticamente con la piattaforma, informazioni sul suo stato di salute agli specialisti, senza la necessità di recarsi di persona in ospedale,
“In caso di risposte da parte del paziente indicative di un possibile peggioramento della sua situazione clinica – spiega il prof. Giuseppe Patti, primario del reparto - tramite il software dedicato viene immediatamente trasmessa una notifica di allarme al personale cardiologico ospedaliero di riferimento, mediante un sistema di codice colore variabile in base al livello di rischio identificato. A fronte di questi messaggi di allarme, il paziente viene quindi immediatamente convocato in ospedale per una valutazione cardiologica completa in presenza. In questo modo, eventuali problematiche insorte a domicilio, dopo il ricovero, possono essere prontamente evidenziate e gestite dal personale sanitario, con effettiva riduzione del tempo intercorso tra la comparsa del sintomo e l’accesso alle cure”.
La nuova tecnologia è già stata applicata a cinque pazienti, ma potrà essere progressivamente applicato anche a pazienti e a diverse malattie cardiache
“In questo momento di emergenza epidemica – ha commentato il direttore dell’Aou, Mario Minola – si corre il rischio che l’attenzione rivolta ai pazienti Covid faccia dimenticare il gran numero di malati non-Covid che ha bisogno di restare in contatto costante con lo specialista. Oggi presentiamo in concreto la possibilità di poter gestire da casa i pazienti che possono evitare di recarsi in ospedale, con anche un miglioramento dell’efficienza attraverso la minimizzazione dei ricoveri e delle visite non strettamente necessarie”.