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Attualità | 23 marzo 2021, 18:42

Covid-19, la Roche conferma: il cocktail di monoclonali riduce del 70% ricoveri e morti

L'esito dello studio di fase 3 su mix anticorpi casirivimab-imdevimab in pazienti positivi non ospedalizzati

Covid-19, la Roche conferma: il cocktail di monoclonali riduce del 70% ricoveri e morti

Il cocktail di anticorpi monoclonali sperimentali casirivimab più imdevimab ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte del 70%, rispetto al placebo in pazienti Covid-positivi non ricoverati, ma ad alto rischio di evoluzione negativa della malattia. Sono i risultati di fase 3 annunciati dal gruppo farmaceutico svizzero Roche, relativi “al più grande studio condotto fino a questo momento che valuta un trattamento contro Covid-19 in pazienti infetti non ospedalizzati”.

vaccino

Le dosi da 2.400 mg e 1.200 mg testate hanno avuto un’efficacia simile in tutti gli endpoint, informa il colosso basilese in una nota. Il trial ha infatti raggiunto il suo endpoint primario, ma casirivimab e imdevimab hanno anche raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave – si legge – inclusa la capacità di ridurre la durata dei sintomi da 14 a 10 giorni (numeri mediani). Inoltre, uno studio complementare di fase 2 in pazienti non ospedalizzati sintomatici o asintomatici a basso rischio con Covid-19 ha mostrato riduzioni della carica virale significative e comparabili a dosi comprese tra 300 e 2.400 mg.

“I risultati di oggi mostrano l’importante beneficio medico che casirivimab e imdevimab possono fornire alle persone con Covid-19, riducendo significativamente il rischio di ospedalizzazione e morte – afferma Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product di Roche Sviluppo – Le nuove infezioni continuano ad aumentare a livello globale con oltre 3 milioni di casi segnalati a partire dalla scorsa settimana, quindi questo cocktail di anticorpi sperimentali può offrire speranza come potenziale nuova terapia per i pazienti ad alto rischio, in particolare alla luce delle recenti prove che dimostrano che casirivimab e imdevimab insieme mantengono attività contro le principali varianti emergenti. Insieme al nostro partner Regeneron, siamo grati ai pazienti e agli sperimentatori che hanno partecipato agli studi clinici in corso e non vediamo l’ora di discutere il crescente corpo di evidenze con le autorità sanitarie e di portare il trattamento a quante più persone possibile”.

Articolo tratto dal sito partner www.ticinonotizie.it

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