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Cronaca | 26 maggio 2022, 11:14

Broni: sequestrata l'ex Fibronit, indagini della procura su presunti illeciti nell'attività di bonifica dell'area inquinata dall'amianto

Blitz della Guardia di Finanza

Broni: sequestrata l'ex Fibronit, indagini della procura su presunti illeciti nell'attività di bonifica dell'area inquinata dall'amianto

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pavia, su delega della Procura della Repubblica di Pavia, sta eseguendo il sequestro probatorio di un'area di circa 140.000 mq facente parte del SIN ex Fibronit di Broni (PV). Contestualmente vengono perquisiti gli uffici della Stazione appaltante e di n. 2 società esecutrici della progettazione e dell'esecuzione dei lavori del 2 0 lotto di bonifica.

Il sito è inserito tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN) che rappresentano aree contaminate di particolare estensione classificate come pericolose dallo Stato Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari.

I lavori consistevano nel completamento dello smaltimento dei manufatti/tubazioni collocati sui piazzali esterni dello stabilimento, della bonifica dell'interno dei capannoni contaminati da amianto e della rimozione e smaltimento di tutte le lastre di copertura e tamponamento degli edifici dell'area.

Per tale lotto di lavori, la società aggiudicataria ha ricevuto, complessivamente, oltre 8 milioni di euro a titolo di contributi e/o finanziamenti erogati dal Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare e, in parte, dalla Regione Lombardia.

Le principali ipotesi di reato per cui si sta procedendo sono Frode nelle pubbliche forniture — art. 356 c.p. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche — art. 640 bis

c.p., alcuni delitti contro l'ambiente, fra cui Inquinamento ambientale - art. 452 bis c.p. Omessa bonifica — 452 terdecies c.p., Attività di gestione di rifiuti non autorizzata - art. 256 del D.Lgs n. 152/2006 (Codice dell'ambiente), nonché numerose Violazioni delle misure di prevenzione e protezione dai rischi connessi all'esposizione all'amianto (artt. 251 , 252 e 262 del D.Lgs. n. 81/2008, T.U. sulla salute e sicurezza sul lavoro) e Responsabilità amministrativa degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato artt. 5, 6, 24 e 25undecies del D.Lvo n. 231/2001. Contestualmente vengono notificati diversi avvisi di informazione di garanzia ad altrettanti soggetti indagati fra amministratori e direttori tecnici.

Le indagini, avviate nel 2019 ed eseguite dal Nucleo PEF di Pavia, consistite principalmente in una attività di continuo monitoraggio dell'area, fanno fondatamente ipotizzare un articolato sistema di frode in pubbliche forniture e prestazioni di servizi che sarebbe stata commessa a vantaggio delle società coinvolte. Infatti, durante i lavori di bonifica det 2 0 lotto dell'area, sarebbero stati disattesi gli obblighi derivanti da un contratto di fornitura concluso con una società a partecipazione pubblica, violando, illecitamente e ripetutamente, le prescrizioni progettuali autorizzate con la conseguenza di non provvedere, di fatto, al corretto ripristino dello stato dei luoghi del S.I.N

Dalle indagini è altresì emerso che alcuni degli indagati, fra cui i Direttori di Cantiere, dei lavori e della Sicurezza, in base ai ruoli rivestiti che prevedono, tra l'altro, di impartire delle direttive agli operatori di cantiere nonché di vigilare sulle operazioni eseguite, anche omettendone l'attività di controllo in loco, avrebbero consentito che l'esposizione alla polvere proveniente dall'amianto o dai materiali contenenti amianto nell'area del sito monitorata dagli investigatori, non venisse ridotta al minimo con pregiudizio per gli operatori stessi e per la contaminazione dell'ambiente esterno, in violazione delle prescrizioni del Progetto definitivo di bonifica amianto — 2° lotto - approvato dal Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare.

Il sequestro si rende necessario per svolgere accertamenti tecnici volti a riscontrare le ipotesi di indagine, con particolare riferimento all'attuale presenza di sostanze nocive nell'area.

L'attività di servizio testimonia il costante presidio dell'Autorità Giudiziaria sul territorio con il fondamentale ausilio della Guardia di Finanza per un'efficace azione preventiva e repressiva nel contrasto ai fenomeni criminali che, nel caso di specie, ha consentito di individuare e colpire congiuntamente tanto violazioni nei confronti della Pubblica Amministrazione quanto illeciti altamente pericolosi per la salute dei lavoratori, dei cittadini e per la salubrità dell'ambiente.

«In primis – commenta il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi – desidero rinnovare la più totale fiducia nelle attività della Procura della Repubblica. Ben vengano i controlli e gli approfondimenti a tutela della nostra comunità, soprattutto su un tema delicato come quello dell’ambiente. L’auspicio è che non emergano profili di illegalità, ma qualora le ipotesi di reato dovessero trovare riscontro nell’azione investigativa degli inquirenti, l’amministrazione comunale, in quanto rappresentante della cittadinanza, sarebbe certamente la prima parte lesa di questa vicenda. Rimango a completa disposizione dell’Autorità Giudiziaria per ogni necessità, nel caso in cui fosse utile un mio contributo».

Tra le ipotesi di reato contestate, inoltre, risulterebbero violazioni delle “misure di prevenzione e protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto”. «Fatti che, se confermati, risulterebbero gravissimi – aggiunge Riviezzi – considerata la storia di Broni e il suo rapporto con il tema dell’amianto».

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