Un cratere e detriti metallici, compatibili con l'impatto di un elicottero, sono stati individuati in mattinata sul monte Cusna, cima dell'Appennino reggiano. Sul posto, tra i rifugi Battisti e Segheria, si sono presto dirette varie squadre, sia via terra sia in elicottero, che ormai da tre giorni erano impegnate nelle ricerche dell'elicottero con 7 persone a bordo scomparso dai radar il 9 Giugno, dopo il decollo dall'aeroporto di Tassignano, alle porte di Lucca.
Una volta raggiunto il luogo, piuttosto impervio, si è avuta la conferma di quanto si ipotizzava fosse avvenuto, un tragico schianto. Tra i rottami sono stati subito individuati i corpi senza vita di 5 vittime dell'incidente, dopo qualche ora sono stati trovati anche i resti dei due che mancavano all'appello.
Quel giorno l'Appennino era interessato da forti temporali. Le ricerche si erano presto concentrate fra la Garfagnana e il Modenese, da Pievepelago a San Pellegrino in Alpe, zona in cui il telefono cellulare di un passeggero aveva emesso i suoi ultimi segnali.
L'elicottero, un AW119 Koala impiegato come elitaxi, era diretto nel Trevigiano. Nell'incidente sono morti il pilota, il 33enne padovano Corrado Levorin, e 6 imprenditori del settore cartario, 4 di nazionalità turca e 2 libanesi: si tratta di Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilatug Bulent, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak.
L'area dello schianto, sul greto del torrente Lama, è stata posta sotto sequestro e per le indagini procede la Procura di Reggio Emilia. Sul posto, una zona impervia a circa 1.900 metri sul livello del mare, sono intervenuti con uomini e mezzi l'Aeronautica Militare, la Guardia di Finanza e il Soccorso Alpino, oltre ai carabinieri di Castelnuovo Monti.
L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha a sua volta aperto un'inchiesta e disposto l'invio sul luogo dell'incidente di un proprio investigatore.