E’ uno dei programmi radiofonici più iconici e innovativi mai ascoltati e realizzati negli ultimi anni, che non si ferma nemmeno durante le festività natalizie, stiamo parlando dei “Lunatici”: la trasmissione in onda rigorosamente in diretta dal lunedì al venerdì da mezzanotte alle quattro su Rai Radio 2, con all’interno una finestra televisiva che si apre su Rai 2.
I “Lunatici” rappresenta il classico esempio di come si possa fare un prodotto ben congegnato e funzionale senza dover ricorrere a particolari artifici e spartiti già preconfezionati. La formula vincente dei “Lunatici” è quella di mettere al centro del villaggio la “Gente della notte”, come cantava Jovanotti: persone che sono sveglie per lavoro, addetti alla sicurezza, ristoratori, ma anche studenti e chi in generale non riesce a prendere sonno e cerca un genuino intrattenimento. Una sorta di "Caos calmo", citando il film del maestro Nanni Moretti, che incolla ogni notte migliaia di affezionati radioascoltatori.
“Il bar più grande d’Italia ma aperto nelle ore più piccole”: citando il mantra con il quale Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio artefici e conduttori del programma aprono ogni notte la diretta radiofonica e televisiva, si fotografa esattamente lo spirito che anima le notti dei “Lunatici”, che paiono come due vecchi amici della porta accanto a chi li ascolta e interagisce nelle notti di Rai Radio 2
Tra telefonate toccanti e altre con storie che a volte solcano i confini del surreale e facendo scattare la famosa sirena riparatrice: il segreto è coinvolgere la gente comune in un’esperienza crossmediale, che va dal messaggio vocale o videochiamata su Whatsapp ai Twitter su #ilunatici (spesso in tendenza tra i trend topic), fino alla pagina Facebook del programma nella quale i radioascoltatori possono postare scene di vita quotidiana con cani e gatti annessi. Non potevano mancare all'appello dei "Lunatici" interventi telefonici con ospiti vip.
Immancabile fiore all’occhiello dei contatti il pionieristico 06 3131, con il quale una volta presa la linea, si entra direttamente nel cuore del programma. Un successo di pubblico certificato dalla conquista nel 2019: dopo appena un anno di messa in onda, del premio Biagio Agnes e la bellezza di tre Microfoni d’Oro vinti consecutivamente come miglior programma radiofonico notturno.
Come se non bastasse “I Lunatici” è la trasmissione più ascoltata di notte tra tutte le radio italiane, secondo i dati diffusi da TER in riferimento allo share degli ascoltatori nel quarto d’ora medio del 1° semestre 2022.
Una trasmissione che in ogni circostanza sa cambiare pelle e diventare non solo un “confessionale” notturno, ma servizio pubblico vero e proprio, come accaduto nello scorso mese di settembre, in occasione del tragico alluvione che colpì Senigallia e l’entroterra delle Marche, con i radioascoltatori del territorio coinvolto nelle vesti di veri e propri cronisti.
Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio arrivano dalla gavetta nelle radio locali romane: il meccanismo tra i due è oliato in perfetta simbiosi ed empatia reciproca; lo si scorge in ogni frangente e va ben oltre il semplice rapporto in ambito radiofonico.
Ultima chicca in ordine di tempo la rivisitazione in chiave “lunatica”, nella notte della vigilia di Natale, della favola di Pinocchio: nella circostanza ribattezzata Lunacchio, sei minuti e mezzo esilaranti montati da Andrea Di Ciancio, che hanno visto come protagonisti alcuni dei personaggi telefonici più assidui del programma (come Barbara delle “barbarisate”, nonno Giannino, Ida e Michele) amati dal popolo dei “Lunatici”.
Novità di questi ultimi giorni è l’introduzione del “Colorometro”: il cuore colorato da Andrea di Ciancio in blu o rosso in base al tenore delle telefonate o messaggi vocali e caratterizzato da delirio e disagio o amore e sobrietà, che viene completato al termine di ogni puntata per contestualizzare il “termometro” delle 4 ore di diretta appena vissute dagli speaker in compagnia dei radioascoltatori.
Una formula premiata dagli ascolti che hanno registrato nella notte della Befana un picco di 200.000 persone sintonizzate su Rai Radio 2 nella fascia oraria di competenza dei “Lunatici”. Insomma ci sono tutti gli ingredienti per credere che ne vedremo ancora delle belle con l'ormai consolidato binomio radiofonico Arduini-Di Ciancio.
Com'è nata l'idea di questo format radiofonico?
Andrea Di Ciancio: "L'idea è nata il giorno in cui ci hanno chiamati dalla Rai alla presenza dei direttori di Radio Rai e Rai Radio 2, che hanno proposto a me e Roberto Arduini di iniziare questa esperienza in un orario notturno. A quel punto non abbiamo esitato ad accettare ed è iniziata la creazione del programma".
Roberto Arduini: " Arrivavamo dalla gavetta delle radio universitarie, quindi per noi è stato motivo di grande gioia arrivare a Rai Radio 2. Abbiamo trovato il nome attraverso un brainstorming tra me e Andrea avvenuto nella redazione della "vecchia" radio e a un certo punto ci venne il nome "Lunatici". Piano Piano il programma si è modellato nel tempo: all'inizio c'erano molte più interviste e stavamo più sulla stretta attualità, successivamente l'abbiamo plasmato sugli interventi degli ascoltatori".
Quali sono le difficoltà complicato condurre un programma che vive totalmente in una fascia notturna per 5 giorni alla settimana?
Di Ciancio: "La difficoltà maggiore è stata soprattutto all'inizio quella di adattare la vita ai ritmi notturni e trovare il momento giusto per dormire mentre il mondo va avanti".
Arduini: "Lavorare di notte ha i suoi vantaggi si trova meno traffico in giro per Roma, il parcheggio è più agevole, dipendi di più dal mondo esterno la maggior parte delle persone di notte dorme e di giorno lavora. Capita periodi dell'anno che ti accorgi maggiormente di queste criticità e in quelle circostanze è più pesante".
Qual è l'alchimia che vi lega ogni notte alla gente che vi ascolta e interviene in diretta?
Di Ciancio: "Il fatto di essere noi stessi ci aiuta molto, ci poniamo come due amici mettendo in gioco noi stessi per primi. Il pubblico è variegato dal ragazzo di 15 anni alla signora di 96, cerchiamo di realizzare un prodotto adatto a tutti".
Avete una telefonata o un messaggio che vi ha colpito particolarmente in questi anni?
Arduini: "Ce ne sono tantissimi di ogni tipo e livello: da quello più divertente come il toy boy di Pescara che ogni volta ci racconta di improbabili conquiste. A livello emotivo non dimenticherò mai una signora che ci chiamò la notte di Natale, che ci ringraziava della compagnia e ci diceva che aveva perso il figlio. Per lei la notte di Natale era un incubo e passava la notte in quello che era stato il lettino del figlio scomparso per sentirlo più vicino. Qualche notte fa ci ha chiamato che sta avendo una relazione coniugale con una persona dello stesso sesso: e ci ha detto siete i primi due ai quali confido questa cosa che non sanno nemmeno i miei migliori amici. Sono tante le chiamate che rimangono scolpite dentro di noi e siamo felice che il pubblico ci consideri come due amici a cui raccontare di tutto anche cose delicate e serie. Con la consapevolezza che non rideremo mai di chi le racconta e anzi le condivideremo con leggerezza o serietà a seconda del tema affrontato".
Di Ciancio: "Noi abbiamo sentito il primo vagito di un bimbo nato al Cardarelli di Napoli, purtroppo anche storie che raccontano di perdite di persone care e per diverso tempo avevamo seguito, perché ci chiamava spesso in diretta, un ragazzo che aveva problemi di tossicodipendenza che ci aveva chiamato la prima volta dopo essersi iniettato una dose di stupefacenti e stava cercando di riprendere in mano la propria vita e poi purtroppo non abbiamo più avuto sue notizie. Oppure alcuni che ci chiamano dicendo che ci tengono come sottofondo mentre fanno l'amore".
Come avete vissuto i vari fatti di cronaca che si sono succeduti in questi 5 anni durante le dirette?
Arduini: "Gli abbiamo sempre seguiti, io e Andrea siamo abbastanza trasversali, pur non essendo giornalisti abbiamo il giusto bagaglio di gavetta per darne conto ai radioascoltatori: ci sono capitate le notte di lockdown, vari alluvioni e terremoti e lì si cerca di non spettacolarizzare la notizia, ma il nostro obiettivo è di tenere compagnia ma allo stesso tempo di informare in caso di necessità. A mio avviso questo aspetto permette alla radio di essere un passo avanti agli altri media".
In che misura è funzionale al programma avere una finestra televisiva su Rai 2?
Di Ciancio: "Diciamo che ha ampliato decisamente il pubblico che già avevamo, molti ci guardano su Rai 2 e poi ci ascoltano su Radio 2, abbiamo promesso al nostro pubblico che il programma deve mantenere comunque la sua vocazione radiofonica, perché amiamo la radio più di ogni altra cosa. Per noi è bello quando ci scrive di averci scoperto grazie alla tv, ma ora vi seguo in radio".
Arduini: "Noi rivendichiamo di fare la radio pura anche in televisione, l'unica cosa che cambia è la videochiamata, non abbiamo ballerini o altre parentesi ludiche tipiche del mezzo televisivo. Noi facciamo la radio che si vede nessun ascoltatore si deve sentire di serie perché ci segue con un mezzo piuttosto che un altro".
C'è qualche personaggio della storia radiofonica italiana alla quale vi ispirate per la vostra cifra stilistica?
Di Ciancio: "Sicuramente ci sono alcuni programmi radiofonici che seguivo e seguo tuttora, ma quello che per me rappresenta un'icona è "Il Ruggito del Coniglio", sono affezionatissimo a quel format che oramai dura da più di 25 anni".
Arduini: "Cito anch'io il "Ruggito del Coniglio" e anche la "Zanzara", perché Cruciani fu uno dei primi a livello nazionale ad accorgersi di noi e a volte mandò anche in onda alcuni nostri interventi realizzati all'interno della radio universitaria. Lui ha un grande ritmo e mi piace come interagisce con gli ascoltatori in modo totalmente estemporaneo. Sono entrambi bei volti di una stessa medaglia che è la radiofonia".
Ci potrà ancora essere in futuro una serata speciale come quella vissuta nell'anniversario dell'allunaggio con il pubblico negli studi di via Asiago 10?
Di Ciancio: "Noi lo speriamo vivamente, vorremmo farla il prima possibile dopo la pausa legata alla pandemia. Quella serata fu un esperimento che doveva dar vita a qualche appuntamento in più con il pubblico in studio. Adesso che le cose stanno tornando alla normalità penso che ce la faremo a vivere nuovi eventi in presenza di pubblico".
Come avete vissuto le esperienze al Festival di Sanremo?
Arduini: "Ci sentiamo catapultati in quello che per una settimana è il centro del mondo almeno nel nostro Paese. Ed è molto bello per noi che facciamo un programma di notturno sentirsi parte integrante di un'azienda eccellente come la Rai e Radio Rai e trovarsi lì con tutti i colleghi delle altre trasmissioni. Quando lavoriamo di notte non incontriamo quasi mai nessuno, mentre a Sanremo questo discorso si azzera".
Avete già qualche progetto per il futuro anche legato a un eventuale upgrade dei "Lunatici"?
Di Ciancio: "Noi per indole nostra ci prendiamo sempre in giro per questa cosa. Non ci fermiamo mai abbiamo tipo 4-5 festeggiamenti in sospeso con Roberto e anche un brindisi tra di noi. Appena siamo entrati in Rai ci siamo subito messi al lavoro per realizzare "I Lunatici" perché abbiamo questa energia di fondo. Sono convinto che la bontà di quello che facciamo oggi potrà portarci in futuro a nuove proposte lavorative".
Arduini: "Sogni ne stiamo realizzando tanti, forse non ce ne siamo nemmeno accorti perché come diceva giustamente Andrea, guardiamo sempre avanti e mai indietro ed è come che ogni volta che raggiungiamo un obiettivo non avesse più valore e ci si focalizza soltanto sul prossimo. Se ci proponessero un'altra fascia oraria non mi dispiacerebbe, non so se la accetterei, perché abbiamo costruito un legame importante con il nostro pubblico della notte, però è una circostanza che vivrei come soddisfazione professionale".
Cosa vi sentireste di consigliare a un giovane che volesse intraprendere la carriera radiofonica?
Di Ciancio: "Se un giovane a 18-20 anni ha già le idee chiare di voler fare radio, è già una buona base di partenza. A quel punto io investirei tutte le energie possibili ovviamente dandomi delle scadenze e inizierei a cercare di migliorare la dizione a prescindere dalla radio. Nel frattempo cercherei una radio web dove ritagliarmi anche un piccolo spazio e dopo un anno tirerei una riga per vedere dove sono arrivato. E' una questione di impegno, per carità anche di fortuna e di trovarsi al momento giusto nel posto giusto come in tutte le dinamiche della vita. Dal mio punto di vista l'importante è non chiudersi: frequentare qualche radio locale e persone che coltivano la stessa ambizione e passione per la radio".
Arduini: "Partire dalle radio più piccole e sconosciute dove magari non ti ascolta nessuno ma servono per fare esperienza, curriculum, background e poi serve tanta abnegazione, professionalità e talento, non escludendo la componente fortuna e incontri che sono determinanti per accedere ad alcune porte che ti si aprono o meno".