Una vita durissima da giostrai. Non accettano di essere sempre incolpati qualsiasi cosa accada. Il giorno dopo la rissa partita da via Crivelli a Magenta, dove da alcuni giorni si sono sistemate le giostre, ci si prepara per l’ennesima giornata di lavoro.
“Quale rissa, scusi? Io ero qua, non c’è stato proprio niente”, commenta Pietro Busnelli. E’ lui il titolare e non ci accoglie proprio con piacere.
Sette generazioni di giostrai sempre in giro tra Lombardia, Liguria, Piemonte e chissà dove. Ma la rissa c’è stata. Numerosi ragazzi sono stati identificati dalla Polizia locale e dai Carabinieri.
“Che il litigio sia partito da qua non lo posso certo negare – continua – Ma io sono il responsabile e sono anche quello che cura la sicurezza. Se succede qualcosa io intervengo immediatamente. Se dei ragazzi cominciano a litigare alle giostre e poi si sparpagliano per le vie della città io ci posso fare ben poco. Finché ero qua il più grande tra i presenti avrà avuto 12 anni. Finitela di prendervela con noi. Ci massacriamo per un lavoro che ci porta ben poco. Lo sai che l’80 per cento di quello che guadagniamo va in tasse?”.
Cinque figli, tutti giostrai, già al lavoro per sistemare l’autopista in attesa dell’arrivo dei bambini. Ma spesso, in una giostra arrivano anche i più grandi. Basta un niente. Una parola di troppo e non li tieni più.
Magari un semplice sguardo a una ragazzina può far saltare i nervi. Partono calci e pugni, bestemmie e i cittadini con qualcuno se la devono prendere perché non si sentono tutelati. Per fortuna che l’intervento di Polizia locale e Carabinieri è stato immediato ed efficace. Per fortuna che non ci sono stati feriti.
Questa volta è andata bene. Busnelli però si dice stanco di una vita dove è sempre stato preso di mira, non appena succedeva qualcosa. Ha la stretta di mano forte, di chi lavora pesante. Non quella di chi scrive al computer.
“Quando arrivano le giostre tutti dicono che in quella zona arriveranno anche i ladri e i furti aumenteranno – commenta – Lo sai che questa cosa mi risuona in testa fin da quando ero piccolo? Ci sono così tanti luoghi comuni sulla nostra categoria che non li conto più. E pensare che sto attento a tutto.
L’ultima volta a Magenta eravamo sempre qua in via Crivelli, ma nell’area a fianco, dove c’è il cancello. Stavamo per chiudere e alcuni ragazzi parlavano a voce alta davanti al cancello. Ho detto loro di spostarsi perché avrebbero disturbato i residenti e loro si sono allontanati. Ci teniamo che tutto vada bene”.
Per non parlare dei guadagni. “Con il covid siamo stati messi in terra – conclude – Spero solo che non torni più un periodo dannato come quello”.