C’è un precedente inquietante che lega, nel segno di una morte prematura, la città di Istanbul e la pallavolo femminile piemontese. Nel 2012 Giulia Albini, giocatrice nata ad Arizzano, sopra Verbania e che in quell’anno – dopo una carriera che l’aveva vista in squadra a Novara, Oleggio, a Busto Arsizio e nella massima serie in Svizzera con il Bellinzona - aveva conquistato la promozione in A2 con la squadra di Ornavasso, si suicidò nella capitale turca gettandosi giù nella notte dal Ponte Fatih Sultan Mehmet, sospeso sul Bosforo.
Giulia Albini aveva 30 anni, lavorava come fisioterapista in una clinica privata del Canton Ticino. Il suo corpo fu ritrovato da un pescatore all'alba all'altezza di Beykoz, quartiere nella parte asiatica di Istanbul, poco distante dal ponte. Le circostanze della morte non furono mai del tutto chiarite.
La polizia turca ritenne che il suicidio fosse avvenuto per motivi sentimentali, legati alla fine della sua storia d’amore con il suo ex allenatore, che in quel momento lavorava per l’Eczacibasi, la stessa squadra affrontata ieri da Julia con la Igor Volley nella semifinale di Champions League.