Nelle campagne di BorgoVercelli qualcuno ha sparso ripetutamente esche avvelenate nell'assoluta inosservanza delle normative in materia di detenzione e utilizzo di tali prodotti, che delegano il posizionamento di esche alle sole ditte autorizzate e vietano che le medesime esche vengano disseminate sui terreni di pubblico accesso.
Non solo: chi ha abbandonato i "bocconi" lo ha fatto nel più totale disinteresse per i gravi effetti che tali prodotti possono avere su tutta la fauna selvatica.
«La Lega per la Difesa del Cane di Vercelli - si legge in una nota - ha ripetutamente segnalato, in modo circostanziato con foto e video, l’accaduto. Inizialmente tramite Asl che ha effettuato i prelievi confermando la presenza del veleno. Successivamente alla stazione Forestale dei Carabinieri e al sindaco di BorgoVercelli, che può risalire al proprietario dei terreni sui quali qualcuno ha posizionato le esche».
A far scattare l'allarme, lo scorso 11 febbraio, la brutta avventura occorsa a Maicol, un cane ospite nel canile consortile, che si è salvato solo grazie all’intervento tempestivo dei volontari. «Al secondo spargimento - aggiungono dalla Lega del Cane - avvenuto il 6 aprile, è stato rinvenuto il cadavere di rapace. Un altro rapace, in avanzato stato di decomposizione, è stato rinvenuto contemporaneamente all’ultimo ritrovamento di esche avvenuto il 30 aprile scorso».
Ora, preoccupati che anche ignari escursionisti di passaggio con i propri amici a quattro zampe possano incorrere nelle esche, i volontari hanno deciso di rendere pubblica la situazione, rinnovando l'appello affinché gli organismi preposti facciano cessare questa situazione di pericolo.