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Cronaca | 03 giugno 2023, 12:47

Femminicidio di Senago. La sorella della vittima: «Problemi tra Giulia e Alessandro risalgono già a febbraio del 2021»

Secondo Chiara Tramontano, che è stata sentita dai carabinieri, nel mese di gennaio di quest'anno, Impagnatiello aveva confidato alla compagna di avere un'altra. La raccolta fondi online promossa dai colleghi della sorella della vittima a favore della famiglia di Giulia ha sfiorato sinora i 15mila euro

Giulia Tramontano

Giulia Tramontano

Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese uccisa una settimana fa a Senago dal compagno Alessandro Impagnatiello, sapeva che il 30enne aveva una relazione con un’altra donna già dal mese di gennaio.

Lo ha riferito la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, quando lo scorso lunedì è stata sentita dai carabinieri della stazione di Senago, all’indomani della denuncia di scomparsa della 29enne.

Le due sorelle, legatissime, vivevano lontane da cinque anni, ma si sentivano quotidianamente e trascorrevano le vacanze insieme. Chiara, di due anni più piccola, però non approvava la relazione con Impagnatiello. «Fin dall’inizio non ho mai avuto una grande stima di Alessandro», racconta Chiara ai carabinieri. Perplessità manifestate anche alla sorella, che dal canto suo non le nascondeva che fin dal «febbraio 2021, quando è iniziata la convivenza con Alessandro» nella casa di Senago «c’erano problematiche sentimentali con il compagno», che «spesso assente per lavoro» lasciava Giulia a casa da sola.

La situazione si aggrava quando «nel mese di gennaio 2023 mia sorella mi riferiva che Alessandro le aveva confidato di avere un’altra relazione sentimentale con un’altra ragazza». Giulia, che ha superato il primo trimestre di gravidanza, lascia Senago e trascorre due settimane con la famiglia nella casa di Sant’Antimo, in provincia di Napoli.

Racconta ai genitori di essere incinta e delle «problematiche sentimentali con Alessandro», ricevendo da loro tutto il supporto necessario. La ragazza si congeda dalla famiglia dicendo che «non avrebbe perdonato Alessandro, ma sarebbe tornata a Senago temporaneamente in attesa di trovare un’altra soluzione abitativa oppure tornare a casa dei genitori».

Passano i mesi e la 29enne resta a vivere con il compagno nel Milanese. Ad aprile i due decidono di fare qualche giorno di vacanza a Ibiza. Chiara non approva e le due sorelle discutono. I rapporti si raffreddano, ma i primi di maggio, quando si ritrovano insieme a casa dei genitori, tra loro torna tutto come prima, con scambi di messaggi e telefonate quotidiani, fino a quando Giulia, domenica scorsa, smette di rispondere. Era già morta, uccisa la sera prima da Alessandro.

Continua a condividere foto di famiglia Chiara Tramontano, che sul suo profilo Instagram si definisce “sorella di Giulia e zia di Thiago”, promettendo alla 29enne incinta al settimo mese uccisa dal compagno e al nipotino mai nato: «Sarò sempre con voi». Nell’ultimo scatto condiviso su Instagram da Chiara sono immortalati mamma, papà e le due figlie. “Quanta vita c’era prima. Volevamo solo viverla insieme» le parole a corredo dell’immagine, l’ultima di una serie pubblicata dalla sorella della 29enne uccisa, che fin dai primi momenti della scomparsa di Giulia è stata in prima linea nel promuoverne le ricerche.

Intanto aumentano le adesioni alla campagna di raccolta fondi promossa sulla piattaforma GoFundMe dai colleghi di Chiara Tramontano, che vive a Genova, dove lavora presso l’Istituto Italiano di Tecnologia: sono quasi 900 le donazioni, per un totale che sfiora i 15.000 euro. Il ricavato – si legge nella pagina che promuove l’iniziativa di fundraising – «verrà destinato alla famiglia di Giulia per coprire le ingenti spese causate da questa tragedia».

Tanti i messaggi lasciati dai donatori, sia di affetto e vicinanza alla famiglia, che d’indignazione, perché «è inaccettabile per una società civile quanto accaduto», scrive un utente, mentre c’è chi propone che i fondi raccolti siano destinati anche a «finanziare conferenze nelle scuole per insegnare il valore del rispetto delle donne e della vita, non solo per gli alunni ma anche per i genitori, per le mamme soprattutto, che apprendano come educare i figli, affinché si riducano queste tragedie». (Alb/Adnkronos) 

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