A partire dal 28 giugno prossimo nei laboratori di Parma inizieranno “gli accertamenti di biologia” – alla presenza dei consulenti che le parti potranno eventualmente nominare – per arrivare a isolare il Dna (dalle tracce di sangue repertate) e quindi a escludere la presenza di estranei all’interno dell’appartamento in cui la giovane è stata colpita almeno 37 volte.
Elementi che si andranno a sommare ai riscontri contro il reo confesso, difeso dalle avvocatesse Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, già raccolti dalla procura – dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo – nelle prime fasi delle indagini. Se le manifestazioni per ricordare Giulia e il piccolo Thiago proseguono, vanno avanti anche gli accertamenti sulle telecamere della zona che collocano l’arrestato a Senago nelle ore in cui racconta di essersi disfatto del corpo della compagna, così come l’analisi del contenuto dei tre computer, del tablet e del cellulare del 30enne barman rinchiuso a San Vittore, così come sulla dinamica dell’omicidio: sarà uno studio specifico a confermare se Giulia è stata aggredita da dietro e quindi subito accoltellata alla gola.