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Cultura-Eventi | 14 febbraio 2024, 10:45

Valle: alla sala polifunzionale, "NO. Storia di Franca Viola"

venerdì 1° marzo alle 21

Valle: alla sala polifunzionale, "NO. Storia di Franca Viola"

La Biblioteca “G. Marucchi”, l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato alla Cultura di Valle Lomellina sono lieti di ospitare, venerdì 01 marzo alle ore 21:00 nella sala polifunzionale “A. Savini”, la compagnia teatrale “LattOria”, che porterà in scena lo spettacolo NO. Storia di Franca Viola, un monologo scritto da Chiara Boscaro, diretto da Alessia Gennari e interpretato da Sara Urban. Qual è il tema della pièce? Siamo ad Alcamo, nel 1965.

Tre anni prima Filippo Melodia, nipote di un boss mafioso, si è fidanzato con la quindicenne Franca Viola. Un fidanzamento che il padre della ragazza decide di troncare nel momento in cui il giovane viene accusato di appartenenza alla criminalità organizzata. Melodia però non si rassegna: dopo un breve periodo di reclusione torna alla carica, bersagliando il padre di Franca con una serie di minacce e atti intimidatori sempre più gravi. Esasperato dalla fermezza dell’uomo, decide di risolvere la questione una volta per tutte: rapisce la ragazza, la tiene segregata per un paio di settimane e abusa di lei. Non si dimentichi che, nel contesto culturale dell’epoca, la violenza sessuale arrecava alla vittima, oltre al trauma immediato, un’ulteriore conseguenza, che ne aggravava la brutalità: vale a dire il disonore, una sorta di marchio di infamia indelebile. O quasi. In effetti, non mancava una via d’uscita: l’autore della violenza poteva proporre alla vittima un matrimonio cosiddetto riparatore, con il quale la vittima avrebbe riacquistato l’onore perduto – ma soprattutto (punto fondamentale), grazie al quale il responsabile non sarebbe stato chiamato a rispondere dei suoi crimini, estinti all’atto del matrimonio. Così prevedeva l’art. 544 del Codice Penale allora vigente. E così avveniva, come se una tale soluzione compromissoria soddisfacesse non soltanto gli interessi del carnefice (com’era ovvio che fosse, dal momento che gli garantiva l’impunità), ma anche quelli della vittima.

La risposta di Franca Viola, però, è categorica: NO! Un “gran rifiuto” che segnerà una svolta, facendo assurgere la sua autrice a simbolo delle lotte e delle rivendicazioni che, dagli anni ’60 in poi, segneranno le battaglie civili femministe e che, tra l’altro, porteranno all’abolizione dell’articolo 544 (ma solo 16 anni dopo, nel 1981). La storia di Franca Viola risulta emblematica sotto numerosi punti di vista e dimostra che il cambiamento è possibile e investe, oltre che l’aspetto giuridico, anche e soprattutto la mentalità, il modo di pensare delle persone, il loro livello di civiltà. Perché la violenza colpisce sempre la persona, la ferisce (spesso) nel suo corpo e (sempre) nella sua interiorità, mentre le categorie morali, che dovrebbero consentire agli uomini di distinguere il bene dal male, talvolta nel sentire comune (ma anche, in questo caso, nella legislazione) mostrano un’inaccettabile indulgenza nei confronti del colpevole, sminuendo di fatto le sofferenze della vittima, o addirittura attribuendole implicitamente una parte di responsabilità. “Non fu un gesto coraggioso. […] Ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé”, ha ricordato  Franca Viola in una delle rare interviste concesse alla stampa. Eppure, si è trattato di un gesto che ha fatto da premessa ad una grande trasformazione.

Il Vice Sindaco Matteo Barbieri sottolinea che "Franca Viola è stata la prima donna in Italia a rifiutare il matrimonio riparatore ed è diventata un simbolo delle battaglie civili e femminili. Anche grazie a lei, nel 1981 verrà abolito l'articolo 544 del Codice Penale. Franca Viola rappresenta un importante emblema della lotta contro la violenza sulle donne. La nostra Amministrazione Comunale e la nostra Biblioteca sono particolarmente attente e sensibili a queste importanti tematiche". 

L’attrice Sara Urban si muoverà sulla scena alternando registri diversi, capaci di suscitare nel pubblico, a seconda delle finalità perseguite, un’ampia gamma di reazioni. L’intento dello spettacolo è quello di affrontare il tema della violenza con rispetto ma anche con una certa dose di leggerezza – il rispetto che la parola deve imporsi nei confronti della protagonista della vicenda, Franca Viola appunto, che invece ha scelto, per la sua vita, il silenzio. Come si legge nella locandina dello spettacolo: “SU di lei lo spettacolo dice molte parole, ma A lei, e al suo dramma, può solo dedicare una breve lettera, e un canto, una ninnananna che curi le ferite. Le sue e quelle delle tante vittime della violenza di genere.” 

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