Strage Erba: giudici 'istanza inammissibile', Olindo e Rosa restano all'ergastolo.
Lo riporta un'agenzia di Adnkronos. La corte d'Appello di Brescia presieduta da Antonio Minervini ritiene inammissibili le istanze della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, non ammette nessuna delle nuove prove che gli avvocati hanno esposto per provare a riaprire il caso sulla strage di Erba e confermano, di fatto, l'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. La sentenza di oggi - arrivata quasi 5 ore di camera di consiglio - ribadisce quanto già stabilito in primo grado, in appello e in Cassazione sul quadruplice omicidio dell'11 dicembre del 2006 e sgretola le speranze della coppia che assiste, nella stessa gabbia, al verdetto.
Nessuna sorpresa, come da pronostico: anche i giudici di Brescia credono siano i vicini di casa gli autori del massacro nella 'Palazzina del ghiaccio' di via Diaz quando, sotto i colpi di spranga e coltelli, vengono uccisi Raffaella Castagna (30 anni), il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli (57). È la mancina Rosa ad affondare la lama nella gola del bambino. Le fiamme appiccate cancellano le tracce, ma quando gli aggressori si chiudono alle spalle la porta dell'appartamento di Raffaella si trovano di fronte, increduli, i vicini di casa: si salva per una malformazione alla carotide Mario Frigerio assalito da Olindo, viene colpita sulle scale e poi uccisa nella loro mansarda la moglie Valeria Cherubini (55).
Il giorno decisivo dunque, oggi 10 luglio 2024, un'udienza cruciale davanti ai giudici della Corte d'appello di Brescia per l'istanza di revisione presentata da Olindo Romano e Rosa Bazzi.
I giudici si sono ritirati appunto in camera di consiglio per la decisione. Ne sono usciti con una dichiarazione di inammissibilità, quindi confermando la sentenza di condanna (in tre gradi di giudizio).
I legali dei due coniugi avevano presentato una serie di richieste relative principalmente alle discrepanze tra le confessioni dei due imputati e gli elementi poi emersi con gli accertamenti scientifici e sull’attendibilità della testimonianza di Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla mattanza. La Corte d'Appello di Brescia ha dichiarato ammissibile il ricorso e stabilito di dover decidere nel merito dell’istanza.
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