“Gli elementi della relazione delle indagini private e i relativi allegati non erano idonei a dimostrare l’esistenza di un colpevole alternativo ad Alberto Stasi.” Così Laura Barbaini, ex sostituto procuratore generale di Milano, ha chiarito in una nota la propria posizione in merito alle recenti dichiarazioni circolate sul caso Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco, e sulla nuova indagine che vede Andrea Sempio iscritto nel registro degli indagati.
Barbaini, che rappresentò l’accusa nei due processi d’appello contro Stasi – l’ex fidanzato della vittima, oggi agli ultimi mesi di una condanna a 16 anni di carcere – è intervenuta per replicare a quanto affermato durante la trasmissione Ore 14 Sera andata in onda su Rai 2 il 9 ottobre.
Nella nota, il magistrato – oggi in pensione – ha ricordato che il 13 dicembre 2016 venne depositata dai difensori di Stasi un’istanza con cui si comunicava l’affidamento di un incarico di investigazioni difensive alla società SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza srl.
La relazione allegata a quell’istanza, presentata per chiedere la revisione della sentenza di condanna, sosteneva l’esistenza di nuovi elementi a favore di Stasi, in particolare la presunta presenza del DNA di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi.
L’istanza, tuttavia, non ebbe esito positivo. Fu assegnata alla stessa Barbaini, che – dopo averne valutato i contenuti – decise di trasmetterla, il 20 dicembre 2016, alla Procura Generale di Brescia e, contestualmente, all’allora procuratore di Pavia Mario Venditti (oggi a sua volta indagato in due filoni d’inchiesta bresciani, uno dei quali riguarda proprio il delitto di Garlasco).
L’invio di quegli atti, ha precisato Barbaini, era necessario per consentire l’apertura di un fascicolo volto a verificare l’eventuale esistenza di nuovi elementi in grado di configurare un quadro alternativo rispetto alla condanna definitiva di Stasi.
Nei giorni successivi, il 22 dicembre, la Procura di Pavia si recò presso la Procura Generale milanese per acquisire la documentazione e chiese una nota riepilogativa sulle risultanze processuali riguardanti la figura di Andrea Sempio. Tale nota includeva anche riferimenti alla documentazione sequestrata alla famiglia Poggi, ai dati informatici estratti dal computer di Chiara e ai contatti telefonici precedenti all’omicidio. Nel gennaio 2017, Barbaini inviò al procuratore Venditti un appunto sintetico, nel quale – ha precisato – si limitò a riassumere le numerose e complesse indagini protrattesi per anni, i dati emersi nei vari processi e le motivazioni delle sentenze ormai passate in giudicato.