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Attualità | 22 giugno 2018, 12:16

Vigevano, il 9% degli studenti ha problemi con il gioco d’azzardo

Secondo una ricerca della Caritas condotta su 400 studenti delle scuole superiori vigevanesi, il 4% avrebbe atteggiamenti patologici e il 5% sarebbe da considerare a rischio. Molti di loro sono guariti grazie a un ciclo di lezioni dedicate a stimolazione mentale e problem solving

Vigevano, il 9% degli studenti ha problemi con il gioco d’azzardo

Da una ricerca condotta dalla Caritas su 400 studenti frequentanti le scuole superiori vigevanesi, è risultato che il 9% di loro ha problemi con il gioco d’azzardo. In particolare il 4% avrebbe già sviluppato atteggiamenti patologici mentre il 5% sarebbe da considerare a rischio dipendenza. Le percentuali dei giocatori patologici sono più basse nelle classi prime e seconde, andando a crescere con l’aumentare dell’età, probabilmente a causa della maggiore disponibilità di denaro dei ragazzi più grandi. Di contro, però, si registrano picchi di studenti a rischio nelle classi inferiori (5,9% in prima, 7,1% in seconda).

Incrociando i dati dei questionari proposti, il prof. Gabriele Zanardi dell’Università di Pavia ha inoltre notato che i giovani giocatori patologici hanno un generale senso di inadeguatezza e sconforto nei confronti della vita. Tra le persone con dipendenza da azzardo, è molto bassa la speranza di un futuro di realizzazione negli ambiti lavorativi, sociali e affettivi, mentre è frequente l’utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti. I ragazzi che mostrano i segni di una patologia verso il gioco d’azzardo sono inoltre in alta percentuale degli incalliti fumatori.

Il progetto Caritas “Il filo rosso del gioco” non si è però fermato alla diagnosi della situazione esistente. Nelle classi oggetto della ricerca, infatti, dopo il primo screening è stato svolto un ciclo di lezioni tenute dallo psicologo Roberto Garone. I contenuti trasmessi agli studenti non riguardavano la sensibilizzazione al rischio rappresentato dal gioco patologico, ma si ponevano in maniera innovativa spiegando i meccanismi di funzionamento della mente umana su cui l’azzardo fa leva per generare la dipendenza. Ai ragazzi, inoltre, sono stati proposti diversi esercizi di problem solving per stimolare le loro menti.

Al termine del ciclo di incontri, gli studenti hanno risposto nuovamente alle domande del questionario: i risultati sono sorprendenti, dato che la riduzione del fenomeno patologico è stata dell’87%. “Abbiamo dato gli stimoli giusti ai ragazzi, che sono stati incuriositi e hanno fatto funzionare la mente con una spinta alla razionalizzazione”, ha detto il prof. Zanardi: “Questi nostri risultati andranno a far parte di un database nazionale, siamo convinti di aver trovato una strada giusta per approcciare il problema facendo leva sugli aspetti educativi”.

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