Solo tre giorni di pioggia sull’intera Lombardia dall’inizio dell’inverno, con il 55% di precipitazioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E almeno 4 milioni di euro di danni alle campagne pavesi nel 2018 a causa delle bizze del clima. È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti in occasione della partecipazione di una delegazione di Giovani Impresa Coldiretti al “Global Strike for Future” per contrastare i cambiamenti climatici.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – afferma Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – Basti pensare che nella nostra provincia gli indennizzi per i danni riconosciuti nel 2018 agli agricoltori solo dai consorzi di difesa ammontano già a circa 4 milioni di euro. A questi vanno poi aggiunti i danni non denunciati e quelli non risarcibili, che fanno alzare ulteriormente il bilancio complessivo”. L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo che mettono a rischio boschi e campagne.
La grave siccità nelle campagne del nord provocata da precipitazioni invernali dimezzate (-50%) rispetto alla media storica è solo l’ultimo capitolo degli effetti delle anomalie climatiche con il ripetersi di eventi estremi che sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. “Il settore agricolo – dice ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – è anche il più impegnato a contrastare gli effetti del clima pazzo e a promuovere l’uso razionale delle risorse idriche”.
In particolare le giornate di pioggia su tutta la Lombardia, registrate dalle centraline più significative, si sono concentrate – precisa la Coldiretti – nei primi dieci giorni di febbraio. Questa situazione da una parte ha favorito il divampare di incendi che, nel solo mese di gennaio – spiega la Coldiretti su dati regionali – hanno devastato oltre mille ettari di territorio in Lombardia, mentre dall’altra ha ridotto al minimo le riserve idriche nei grandi laghi con percentuali di riempimento che vanno dal 10% di quello di Como al 16% di quello d’Iseo, fino al 31% del Maggiore. Si salva, per ora, solo il lago di Garda con il 90% di riempimento.
La siccità – precisa la Coldiretti – è diventata l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura nazionale in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con due annate gravi nel 2012 e nel 2017 mentre per quanto riguarda i fenomeni precipitativi violenti, i danni riguardano sia le produzioni, sia le strutture e le infrastrutture. Su un territorio meno ricco e più fragile per l’abbandono forzato dell’attività agricola in molte aree interne si abbattono – continua la Coldiretti – gli effetti dei cambiamenti climatici, favoriti anche dal fatto che l’ultima generazioni in 25 anni è responsabile in Italia della scomparsa di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari. La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità ma anche sicurezza ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico.