/ Attualità

Attualità | 05 marzo 2020, 20:19

Lomellina e Italia, scuole chiuse fino al 15 marzo. Tutto il personale retribuito, a parte gli educatori

Il protrarsi della situazione potrebbe gravare pesantemente proprio sugli educatori che in base alle disposizioni del governo non prendono servizio dallo scorso 26 febbraio e di conseguenza, percependo lo stipendio in base al lavorato, sono fermi al palo

Lomellina e Italia, scuole chiuse fino al 15 marzo. Tutto il personale retribuito, a parte gli educatori

L’emergenza Coronavirus ha obbligato Il governo a prendere delle decisioni per rallentare la diffusione del virus. Misure sacrosante che stanno cercando di contrastare la crescita dell’epidemia. In questa confusa situazione c’è però una categoria messa letteralmente in ginocchio dal Coronavirus: gli educatori. Le loro difficoltà non derivano dal punto di vista sanitario, ma sono di carattere economico.

Già perché gli educatori, con la chiusura delle scuole, non stanno svolgendo la loro consueta attività di sostegno e di conseguenza non “stanno portando a casa soldi”. Un problema che, se dovesse persistere per più tempo, complicherebbe la situazione finanziaria di tantissime famiglie.

E le soluzioni? L’unica emersa sarebbe quella di svolgere il servizio educativo domiciliare. A questo punto, però, andrebbe a decadere il discorso che sta alla base di tutto il ragionamento, ossia chiudere le scuole per evitare il contagio.

Intanto, gli educatori non stanno lavorando dallo scorso 26 febbraio, giorno in cui avrebbero dovuto riprendere servizio dopo le vacanze di carnevale. Una situazione complicata e all’orizzonte non si vedono spiragli di ripresa. Tutti gli educatori delle cooperative che lavorano per il Comune di Vigevano non stanno prendendo neanche un centesimo.

Le stesse difficoltà si stanno vivendo in altre realtà, dove non viene riconosciuta nemmeno una cifra simbolica. Sui social è scattata la protesta, dove gli educatori di La Spezia hanno pubblicato foto in cui compaiono con cartelloni che manifestano disappunto. Ad esempio “Educatori… questi sconosciuti è una professione” oppure “Educatori precari a tempo indeterminato”.

L’apprensione per un futuro tutt’altro che roseo è quindi più viva che mai. Anche l’idea del servizio educativo domiciliare è stata fonte di preoccupazioni. “Se ciò dovesse andare in porto - dichiara un’educatrice - quali saranno le nostre tutele? E degli studenti? Noi rischiamo di essere infettati dalle famiglie e viceversa potremmo essere noi i portatori e trasmettere il virus alle famiglie stesse. Ritengo che sia corretto chiudere le scuole perché la tutela della salute deve essere collocata al primo posto, ma questa situazione ci penalizza davvero tanto”.

Fabrizio Negri

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore