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Attualità | 21 aprile 2020, 10:26

Sindacati e associazioni dei pensionati: «No al prolungamento dell'isolamento degli anziani»

Cgil, Cisl, Uil, Auser, Anteas, Ada: «L'idea di lasciare più a lungo degli altri gli anziani non convince ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto l'emergenza Coronavirus»

Sindacati e associazioni dei pensionati: «No al prolungamento dell'isolamento degli anziani»

Sindacati dei pensionati e associazioni di volontariato dicono no al prolungamento dell'autoisolamento degli anziani che si ipotizza possa essere introdotto nella cosiddetta Fase 2. 

«L’idea di lasciare a casa più a lungo degli altri gli anziani non convince da molti di punti di vista ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia»  dichiarano in una nota congiunta i sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, UilpUil insieme alle rispettive associazioni del volontariato Auser, Anteas, Ada.

«Anche gli anziani – continuano – avranno bisogno, quando sarà possibile, di riprendere le proprie libertà, di uscire da una condizione di isolamento e di solitudine e di continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo nella vita sociale ed economica del Paese. Come Sindacati dei pensionati e come associazioni di volontariato siamo da sempre convinti del grande valore delle persone anziane e della necessità di promuovere l’invecchiamento attivo a ogni livello della società. Isolare le persone anziane sarebbe l’esatto opposto. La misura sarebbe inoltre di difficilissima applicazione e non basterebbe comunque ad impedire un contagio che spesso avviene all’interno delle stesse famiglie. Serve piuttosto un piano molto articolato e ben organizzato basato sul rilancio della sanità pubblica, su controlli a tappeto, prevenzione, innovazione e su quella medicina del territorio che tante volte abbiamo invocato e che ora è diventata quanto mai urgente, necessaria e inderogabile».  

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