Un uomo ironico, dotato di un'intelligenza brillante e di una grande simpatia. Vercelli piange Alessandro Sampietro - "Sandrino" come lo chiamavano gli amici - morto a 58 anni dopo aver affrontato con coraggio e determinazione una forma gravemente invalidante di sclerosi multipla che lo aveva costretto, una dozzina di anni fa, a lasciare il lavoro da impiegato.
Sampietro, musicista, appassionato di letteratura e di teatro aveva così dedicato il proprio tempo a coltivare la passione per la scrittura che, già nel 2006, gli aveva consentito di pubblicare “Corpi”, una raccolta di racconti, e che lo aveva portato a insegnare creative writing online per la scuola Abacus di Bologna. Aveva frequentato i corsi dell'UniPop e si era impegnato in reading artistico letterari con il musicista Roberto Amadè e l'attore Livio Ghisio che oggi lo ricordano con grandissimo affetto, così come centinaia di altre persone che, per un periodo più o meno lungo, hanno condiviso con lui interessi comuni.
«La sua vita pur mozzata da una malattia inguaribile, è stata ricca di aneddoti divertenti e surreali – scrive il fratello ricordandolo sui social - Aveva il potere di calamitare a sé chiunque passasse nelle vicinanze, un potere tutto suo. Il gran visir della leggerezza amava innamorarsi, senza freni, di tutto e mi viene da pensare che la vita sia stata il suo attimo fuggente». Un ricordo condiviso con emozione e dolore dai tanti amici che erano stati vicino a Sampietro nel corso degli anni e che, oggi, ne piangono la morte.