E’ morto nella notte Ettore Mo, giornalista novarese, già tra gli inviati di punta del Corriere della Sera. Aveva 91 anni. Nato a Borgomanero, viveva sulle colline del Lago Maggiore, a Dagnente, nell’aronese. Molto legato al lago, nel 2011 gli fu riconosciuto il titolo di “Aronese dell’anno”.
In gioventù aveva svolto tutti i lavori possibili ed immaginabili, anche quelli più umili, compreso il lavapiatti a Parigi e a Stoccolma, il barista nelle isole della Manica.
E poi bibliotecario ad Amburgo, insegnante di francese a Madrid e infermiere a Londra. Lì, casualmente, ha iniziato la sua collaborazione con il Corriere della Sera. Approdato al quotidiano di via Solferino fin dal 1962 si era occupato per oltre 10 anni di musica e teatro. Poi dal 1979, iniziò la sua carriera da inviato che lo renderà una delle firme più importanti dei reportage di guerra. L'allora direttore del quotidiano di via Solferino, Franco Di Bella, lo spedì infatti dalla redazione spettacoli nel bel mezzo della rivoluzione khomeinista a Teheran. Da quel momento non si sarebbe più fermato. Dall'Afghanistan al Nicaragua, dalla Liberia al Messico, dalla Cambogia a Cuba divenne testimone eccezionale di guerre e conflitti ultradecennali.
Nel 2020 l’Ordine dei giornalisti del Piemonte lo aveva premiato per i suoi 50 anni di carriera.