Sessant’anni e non sentirli: apre il 28 novembre a Palazzo Bovara, a Milano, la mostra-evento dedicata a Scarabeo, il gioco di parole per antonomasia lanciato nel 1963. Per l’occasione, sei giovani artisti hanno reinterpretato sei parole che hanno fatto la storia degli ultimi 60 anni, trasformate in opere d’arte per il pubblico milanese. Il ricavato della vendita delle opere sarà devoluto all’Anffas, l’associazione che supporta persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo.
L’evento gratuito ha come madrina Benedetta Parodi. Riccardo Ricca, Giacomo Zornetta, Matteo Piccolo alias TETI, Sofia Fresia, Andrea Gallotti e Francesco Bambace sono i sei artisti italiani che hanno trasformato, ciascuno con il proprio stile, sei parole rappresentative degli ultimi sei decenni in sei opere d’arte. Si comincia dalla parola “Famiglia” scelta per rappresentare gli anni ’60, mentre la parola scelta per gli anni ’70 è “Maternità”: sono questi gli anni della rivoluzione femminista e delle prime leggi che tutelano le donne madri e lavoratrici, come la legge 1044 del 1971 che istituì gli asili nido.
Per i ruggenti anni ’80 la parola scelta è “Ribellione” mentre “Perdono” rappresenta i ’90, “Caos” è la parola simbolo degli anni 2000, e “Anima” quella degli anni 2010 dove in risposta a un mondo caratterizzato dal materialismo e dall’individualismo, si affermano le grandi battaglie portate avanti dalle giovani generazioni di tutto il mondo, dalla lotta per l’ambiente con il Friday for future di Greta Thunberg alle grandi rivoluzioni globali, come la Primavera araba, che grazie ai social diventano battaglie collettive, condivise dai giovani di tutto il mondo.