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Attualità | 06 marzo 2024, 12:44

In Lombardia nel 2023 recuperate 571 tonnelate di cibo: in un anno oltre un milione di pasti per i bisognosi

Il progetto, nato nel 2019 per iniziativa del Lions Club International, ha previsto la realizzazione di una piattaforma di raccolta e smistamento del cibo

In Lombardia nel 2023 recuperate 571 tonnelate di cibo: in un anno oltre un milione di pasti per i bisognosi

Oltre un milione di pasti: è quanto è stato possibile servire, nel 2023, a persone che ne avevano bisogno, grazie a oltre 571 tonnellate di cibo raccolto e recuperato attraverso lo sforzo e l’impegno di volontari di 70 associazioni attive tra le province di Bergamo, Brescia e Mantova.

I risultati del progetto di ‘recupero alimentare’ organizzato da Lions International sono stati presentati ieri al Pirellone dall’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi. Alla conferenza stampa sono intervenuti Pietro Fiocchi, europarlamentare, membro commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare, Fortunato Busana, presidente Cpa (Caccia, Pesca e Ambiente) e ideatore del progetto ‘Cinghiale solidale’, e Michele Bornaghi, presidente Federcaccia Bergamo.

Il progetto, nato nel 2019 per iniziativa del Lions Club International, ha previsto la realizzazione di una piattaforma di raccolta e smistamento del cibo, che vede la collaborazione tra associazioni di volontariato, aziende produttrici, commercianti e distributori. I prodotti ricevuti in dono vengono distribuiti gratuitamente alle associazioni che assistono famiglie in difficoltà. In questi anni, dal 2019 al 2023, sono state raccolte in totale oltre 1.500 tonnellate di derrate alimentari, per un valore di oltre 4 milioni di euro.

“Questo progetto solidale – dichiara Beduschi – rappresenta un modello innovativo di gestione sostenibile delle eccedenze alimentari. Uno dei grandi temi in fatto di sprechi della nostra società. Quello che avanza non viene buttato ma utilizzato per fare del bene. Gli animali donati sono sanissimi, ed è stato particolarmente importante il lavoro svolto dai cacciatori nel ridurre il disequilibrio che ha portato l’eccessiva prevalenza del cinghiale in territori non vocati. L’aiuto solidale dato, poi, alle associazioni rappresenta un fil rouge molto importante, perché questo esempio possa ripetersi positivamente anche in altre province lombarde”.

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