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Attualità | 23 marzo 2020, 17:34

Coronavirus. I sindacati lombardi di metalmeccanici, chimici, tessili e gomma plastica: «Mercoledì 25 marzo sciopero regionale di 8 ore»

Le categorie di Cgil, Cisl e Uil hanno protestano contro l'ultimo Decreto: «Sono troppe le aziende la cui attività non è essenziale ad essere aperte, il Governo riveda l'elenco che non deve lasciare margini di interpretazione e discrezionalità: in emergenza servono scelte chiare e coraggiose per tutti»

Coronavirus. I sindacati lombardi di metalmeccanici, chimici, tessili e gomma plastica: «Mercoledì 25 marzo sciopero regionale di 8 ore»

Sciopero regionale in Lombardia di 8 ore mercoledì 25 marzo per i lavoratori lombardi dei settori metalmeccanico, tessile, gomma plastica e chimico. 

A proclamarlo sono stati i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil che protestano per l'ultimo Decreto del Governo che secondo i rappresentanti dei lavoratori «ricomprende tra le attività che possono lavorare molte aziende non essenziali né indispensabili». 

«Registriamo che il Governo ha ceduto alle indebite pressioni di Confindustria, il profitto e l'economia hanno avuto il sopravvento su salute e sicurezza - attaccano in una nota Filctem, Femca e Uiltec - chiediamo alle associazioni datoriali e alle aziende di avere senso di responsabilità e di non determinare ulteriori tensioni ed esasperazioni tra i lavoratori, pertanto auspichiamo l'utilizzo degli ammortizzatori sociali per consentire la fermata dei lavoratori».

Mercoledì si fermerà anche la Lombardia metalmeccanica ad eccezione ovviamente dei lavoratori impegnati in produzioni strettamente collegate all’attività ospedaliera e sanitaria, alle produzioni di macchinari-attrezzature-manutenzioni per le strutture ospedaliere e alle disposizioni di legge.

«Il decreto appena varato dal Governo, assegna alle imprese una inaccettabile discrezionalità per continuare le loro attività con una semplice dichiarazione alle Prefetture - protestano Fiom, Fim e Uilm - Chiediamo che il Governo riveda l’elenco delle aziende essenziali che deve ricomprendere solo quelle attività strettamente necessarie e indispensabili per il funzionamento del Paese e non deve lasciare margini di interpretazione e discrezionalità:le aziende che svolgono attività non essenziali devono chiudere e i loro dipendenti devono poter stare a casa»

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