Facciamo attenzione: non tutte le panchine sono uguali. Se sulla maggior parte di esse siamo abituati a sederci per leggere un giornale, per chiacchierare con un amico o più semplicemente per passare qualche ora di tranquillità, ne esistono altre che sono intrise di significato, dove è sicuramente “vietato” sedersi con leggerezza. Molte volte, infatti, il colore della panchina non riguarda una scelta stilistica, ma ha ragioni ben più profonde.
E’ il caso della panchina rossa, metafora del sangue versato dalle vittime del femminicidio. E quando a compiere gesti di sensibilizzazione per dire basta ad una grave piaga come quella della violenza sulle donne sono ragazzi in età scolare ci illudiamo che forse la fine dell’incubo è più vicina di quanto possa sembrare. Tale messaggio di speranza arriva da Mortara, dove alcune classi del liceo artistico Omodeo hanno decorato una panchina rossa con ben 400 formelle in terracotta (ogni lista ne comprende 25 e tutte le formelle sono tra loro differenti, dal momento che ciascuno studente ha scelto parole o simboli che avessero un significato sulla tematica).
Un’opera di grande valore che ha seguito l’iter delle “inaugurazioni in pompa magna”. Lo scorso 11 marzo, nell’auditorium dell’Omodeo, sono stati il sindaco di Mortara Marco Facchinotti e la dirigente scolastica Stefania Pigorini ad eseguire il classico taglio del nastro. Un evento presentato con una buona cornice di pubblico: circa 150 studenti delle classi prime del liceo hanno ascoltato gli interventi degli esperti.
Sono intervenuti Nicla Spezzati, presidente della cooperativa Kore, il primo cittadino Marco Facchinotti, accompagnato per l’occasione dal suo vice Luigi Tarantola e dagli assessori Paola Baldin e Luigi Granelli, la dirigente scolastica Stefania Pigorini e la professoressa Reda Maria Furlano, presidente dell’associazione ex alunni e amici dell’Omodeo.
Tra gli ospiti che ovviamente hanno preso la parola non poteva mancare Tina Magenta, ambasciatrice del progetto “Panchinerosse” degli Stati Generali delle Donne. Era il 18 settembre 2016 quando a Lomello in piazza della Repubblica fu inaugurata la prima panchina rossa. A fare da tramite permettendo che tale idea si realizzasse ci fu lo zampino proprio di Tina Magenta. Sotto il suo impulso le panchine rosse in Lomellina sono aumentate nell’arco di pochissimo tempo.
E, ancor più positivo, è il fatto che siano anche i giovani ad interessarsi alla questione. Ragazzi che vengono sostenuti dai propri professori, ma che comunque eseguono grandi cose, come avvenuto all’istituto Omodeo di Mortara. Il progetto è stato infatti realizzato sotto la supervisione di Narciso Bresciani, docente di materie scultoree, e di Enrica Garlaschini, docente di discipline grafiche e pittoriche.
Di grande significato è stato anche il video preparato da Marika Ferla, insegnante del laboratorio audiovisivo e multimediale. Nel filmato si vedono tutte le varie fasi del lavoro svolto dagli alunni, dove non mancano riflessioni, approfondimenti e momenti che dimostrano tutto il coinvolgimento degli studenti. La panchina rossa è già stata posizionata nel cortile dell’istituto Omodeo e, se a primo impatto tale opera cattura l’attenzione per le qualità artistiche, il vero obiettivo deve essere la riflessione e la sensibilizzazione nei confronti del femminicidio.